Ars, l’esercizio provvisorio è una vera Finanziaria La manovra spiegata punto per punto

L’esercizio provvisorio c’è. Ma accanto al Bilancio in dodicesimi per i primi quattro mesi di quest’anno l’Assemblea regionale siciliana ha iniziato ad esaminare, e si accinge ad approvare, una mezza manovra finanziaria. In pratica, quella che dovrebbe essere una legge di due articoli per evitare il blocco della spesa in attesa del Bilancio 2015 – che dovrebbe essere approvato ad aprile -, è stata trasformata in una legge omnibus con tutte le furbizie, le ingiustizie e le contraddizioni di un provvedimento legislativo frutto del solito assalto alla diligenza. Vediamo, per grandi linee, che cosa prevede questa legge di una ventina di articoli.

L’articolo 1 autorizza il Bilancio in dodicesimi per i primi quattro mesi dell’anno. Sono esclusi dai pagamenti in quattro dodicesimi gli acconti in favore dei Comuni e dei trasferimenti alle Province. L’esclusione riguarda anche il personale comandato in servizio presso l’assessorato Salute e il dipartimento Acqua e rifiuti, del personale proveniente dall’Eas e del personale precario in servizio sia presso gli enti locali sia presso altri enti.

Il disegno di legge conferma il già noto taglio di 200 milioni di euro ai Comuni. Conferma l’accantonamento tributario del Governo nazionale pari a un miliardo e 112 milioni – soldi che Roma trattiene direttamente dalle entrate della Regione). E conferma che le aliquote Irpef e Irap – le più alte d’Italia – non verranno ridotte. Ciò significa che la Regione non esclude la possibilità di contrarre un mutuo da 2 miliardi di euro. La novità – che poi è un’indiscrezione – è che per questo mutuo ci potrebbero essere problemi con la Cassa depositi e prestiti, che già tiene bloccato da più di un anno un mutuo di circa 370 milioni di euro perché i conti regionali non sono in ordine. Da qui una domanda logica: se la Cassa depositi e prestiti blocca un prestito da 370 milioni di euro perché i conti del bilancio non sono in ordine perché mai dovrebbe autorizzarne uno da 2 miliardi di euro? Il dubbio – che comincia ad essere più di un dubbio – è che questo mutuo da 2 miliardi di euro salti, almeno per quest’anno. A meno che la Regione non si rivolga a un soggetto diverso dalla Cassa depositi e prestiti.

Prevista anche una spesa di circa 3 milioni di euro per il Comune di Acireale. Questa norma era stata stralciata dalla presidenza dell’Ars, ma è stata ripristinata ieri dalla commissione Bilancio e Finanze. Idem per il contributo per le Terme di Sciacca, norma che è stata rivista in commissione, sembra perché erano state dimenticate le Terme di Acireale.

Si prevede una spesa di 6,5 milioni di euro per le nove Province regionali siciliane commissariate. Somma – cosa che è stata sottolineata nella seduta di ieri – che non basterà per pagare il personale. Per non parlare delle strade provinciali e delle scuole – delle quali si dovrebbero occupare le Province – sono abbandonate.

Si prevede una spesa di un milione e mezzo di euro per l’Esa. Mentre non è quantificato l’intervento per l’Istituto regionale per la vite e per l’olio. All’articolo 5 si prevede la spesa di 340 mila euro per 11 addetti comandati presso l’assessorato alla Salute. Questo personale dovrebbe evitare che il Ministero tagli risorse alla Regione. Idem per il personale in atto in servizio al dipartimento Acqua e Rifiuti altri 40 mila euro.

L’articolo 6 prevede la contrazione di un muto di 145 milioni di euro in favore dei Comuni. Questo passaggio è controverso, perché come è stato sottolineato ieri sera in Aula, questi soldi la Cassa depositi li aveva già prestiti e avrebbe dovuto erogarli, in due diversi prestiti, uno da 90 milioni di euro e uno da 55 milioni di euro, lo scorso anno. Ma l’erogazione non c’è stata. Ora si prova di nuovo con un prestito unico da 145 milioni.

L’articolo 7 interviene sul personale dell’Eas, Ente acquedotti siciliani, passato presso altri enti. E precisamente: 2 milioni e 154 mila euro per la Resais, 69 mila euro per l’Istituto regionale per la vita e l’olio, 369 mila euro per l’Irsap e 903 mila euro per gli Ersu.

L’articolo 8 è già oggetto di aspre polemiche. Si tratta di un passaggio del disegno di legge che riguarda la Sas, Società ausiliari Sicilia. Si tratta di una società regionale consortile nata dalla fusione di altre società regionali. Due le particolarità di questo articolo. Prima particolarità: sgrava la Regione del pagamento di questo personale, circa mille e 900 addetti, e lo mette tutto a carico del sistema sanitario regionale. In pratica, per mantenere questo personale si tolgono risorse agli ospedali pubblici. Seconda particolarità: mentre intere categorie sociali, con questo esercizio provvisorio, ha avuto assicurato le indennità solo per i primi quattro mesi, ai dipendenti della Sas viene assicurato lo stipendio per due anni. Perché questa disparità si è chiesto ieri sera il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone?

Una norma dovrebbe consentire alla Regione di applicare con più razionalità le regole sulla nuova contabilità (decreto n. 118 del 2011). Quindi 9 milioni di euro per gli ex Pip di Palermo. Gli enti culturali potranno ristrutturare i propri debiti rivolgendosi all’Irfis, che avrà a disposizione 15 milioni di euro.  


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Le poche norme per evitare il blocco della spesa in attesa del Bilancio 2015, sono diventate una legge omnibus che prevede miliardi di euro spesa. Con molti punti controversi. Mentre si conferma il taglio di 200milioni ai Comuni, si contrae un mutuo da 145 milioni per gli stessi enti. E non si esclude la possibilità di contrarre un mutuo da 2 miliardi di euro. Con forti dubbi relativi all'approvazione da parte della Cassa depositi e prestiti

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