Ars/ Finanziaria: ora qualcuno si accorge che c’è un ‘buco’ di 500 milioni di euro!

NOI LO RIPETIAMO DA UNA DECINA DI GIORNI. ADESSO LO DENUNCIA IL CAPOGRUPPO DEL PARTITO DEI SICILIANI-MPA, ROBERTO DI MAURO. A PARTE I GRILLINI, CHE ANNUNCIANO BATTAGLIA IN AULA, CONTINUA INVECE IL SILENZIO SUI 330 MILIONI DI EURO CHE VERRANNO ‘BRUCIATI’ PER LA PROROGA DEI CONTRATTI DEI 30 MILA PRECARI DEGLI ENTI LOCALI LASCIANDO SENZA RISORSE LE FASCE DEBOLI DELLA SOCIETA’ SICILIANA

Alla fine sta venendo fuori la storia della Finanziaria regionale con i numeri falsi. Noi lo diciamo da una decina di giorni. la novità è che, adesso, lo dice anche il capogruppo all’Ars del Partito dei siciliani Mpa, Roberto Di Mauro.
“I documenti finanziari che ci apprestiamo a votare in Aula – dice Di Mauro – sono pieni di cifre non attendibili, basate su provvedimenti e calcoli soltanto presunti nel rapporto fra Stato e Regione. Un bilancio falso che nasconde un buco di circa 500 milioni di euro e che di concreto ha soltanto i dati certi relativi ai danni che arrecherà ai Comuni e al sistema degli enti locali.”

Di Mauro denuncia la ‘doppia contabilità’, della quale il nostro giornale parla da quando il Governo regionale, bontà sua, ha reso nota la ‘bozza’ della manovra. La storia i nostri lettori la conoscono: il Governo nazionale Letta-Alfano-Bilderberg si accinge a scippare alla Regione un miliardo di euro. Ma nella manovra il Governo di Rosario Crocetta scrive che la Regione perderà solo 500 milioni di euro.
“Sul fronte dei dati incerti – afferma infatti Di Mauro – il Bilancio prevede un accantonamento tributario di 400 milioni che dipende da un eventuale e tutt’altro che scontato accesso della Regione al Tavolo nazionale per il Fondo verticale incentivato con le altre Regioni. In attesa del confronto con lo Stato questa somma resta quindi del tutto incerta”.
E’ incerta, ma l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, la include tra le somme certe. Con l’obiettivo di nascondere ai siciliani il ‘buco’ di 500 milioni di euro.
“Sul fronte dei tagli dei trasferimenti e dei rapporti con il sistema degli Enti locali – calcola il capogruppo PDS – registriamo un taglio di 99 milioni per i Comuni, rispetto ai 651 dell’anno scorso, e ancora un altro taglio di 5 milioni alle Provincie. A questo fa da corollario il ridicolo stanziamento di appena 5 milioni per il fondo destinato al sostegno dei Comuni in dissesto o in pre-dissesto”. (Forse il capogruppo del Partito dei Sicilia dice che al taglio di risorse ai Comuni dello corso anno si aggiunge un ulteriore taglio di 99 milioni di euro che ha praticamente azzerato il Fondo regionale per le Autonomie locali).
“Se a tutto questo si aggiunge il taglio delle poste destinate agli stipendi nei Consorzi di bonifica, dell’EAS, per la meccanizzazione agricola – chiosa Di Mauro – è chiaro il quadro dirompente che questi provvedimenti avranno sull’economia e lo sviluppo della Sicilia”.
Unica norma che si salva, per il capogruppo del PdS, è quella sui precari “che permette la prosecuzione del rapporto di lavoro e di non interrompere servizi essenziali”.
Di Mauro, però, dimentica di dire che i 330 milioni di euro stanziati per i precari verranno tolti anche ai Comuni e, soprattutto, alle fasce deboli della popolazione siciliana. Su questa incredibile vicenda dei 30 mila precari degli enti locali che si prenderanno la fetta più consistente della manovra regionale gli unici a dare battaglia dovrebbero essere i grillini. 

Che dire? Che per la politica di casa nostra i poveri, gli anziani malati, i malati psichiatrici, i minori a rischio e, in generale, tutti i deboli della società siciliana possono pure crepare: l’importante è rinnovare per un anno il contratto ai 30 mila precari degli enti locali.

Detto questo, sul piano politico per Di Mauro “non c’è stato alcun provvedimento rivoluzionario, nessun taglio né tanto meno scioglimento di enti cosiddetti inutili come ESA o IACP, nessuna revisione dei meccanismi e delle logiche di spesa. Al contrario, un procedere lento e inadeguato con i provvedimenti voluti da Crocetta che sono ben lontani dai preannunciati obiettivi di sviluppo e rilancio dell’occupazione e segnalano soltanto la preoccupante assenza di dialogo del Governo regionale con quello nazionale; un fatto che espone l’intera manovra all’impugnativa del Commissario dello Stato”.

 


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