Ars: dimissioni in massa dei deputati della I Commissione, Aula paralizzata. Sicilia in ginocchio. E Crocetta, a Catania, festeggia sul Titanic …

TUTTA L’ISOLA E’ ORMAI IN SOFFERENZA. COMUNI IN GINOCCHIO, PROVINCE ALLO SBANDO, FORESTALI SENZA SOLDI, FORMAZIONE IN VIA DI SMANTELLAMENTO, BILANCIO 2014 IMPOSSIBILE DA APPROVARE. TRIONFA IL CAOS

Analizzando quello che sta succedendo negli ultimi giorni e nelle ultime ore tra i Partiti di maggioranza (o quasi) che sostengono il Governo di Rosario Crocetta e il caos che ormai regna sovrano in Assemblea regionale siciliana un dato politico emerge con estrema chiarezza: chi oggi tira i fili della Regione non è in grado di ricoprire il ruolo in cui si trova. Per un motivo semplice: perché in un momento difficilissimo – il Bilancio regionale 2014, per dirne solo una, in questo momento non si può fare – le cose che non servono sono le polemiche e il caos. E invece i ‘pupari’ di questo Governo alimentano polemiche e caos. Perché?

La risposta non è semplice. Perché non è detto che queste siamo mosse intelligenti. Anzi. Lo scenario, lo ripetiamo, è disarmante. L’Aula va deserta. In prima Commissione (Affari istituzionali) si sono dimessi tutti in polemica con il presidente Marco Forzese. Gli rimproverano il voltafaccia di qualche settimana fa, quando si era dichiarato contrario alla nomina di un uomo di Confindustria Sicilia – Alfonso Cicero – al vertice dell’Irsap, l’Istituto regionale per le attività produttive (che in Sicilia non ci sono: ma questo conta poco: contano le poltrone e i soldi pubblici da spartire). Per poi cambiare opinione.

Le dimissioni in massa dei componenti di una Commissione legislativa sono un fatto insolito e politicamente grave. Per questo siamo rimasti stupiti quando abbiamo letto le dichiarazioni dell’onorevole Nino Malafarina, del Megafono, che invita il PD e l’Udc a sostituire i propri rappresentanti in questa Commissione. L’onorevole Malafarina non ha capito quello che sta succedendo? Non ha capito che il PD, in questo momento, non è più nella maggioranza? Non ha capito che, da tempo, l’Udc è in sofferenza nel vedere – e mal sopportare – un presidente della Regione che le sbaglia tutte?

L’Ars è paralizzata. In queste condizioni il Parlamento siciliano non è condizioni di fare nulla. Intanto i problemi incalzano. A parte il Bilancio 2014, che molto difficilmente vedrà la luce entro il 31 dicembre di quest’anno, ci sono ancora da risolvere i problemi dell’autunno. Tre mesi difficilissimi.

In tutti i settori dell’amministrazione mancano i soldi, a causa di un’alta dirigenza dell’assessorato all’Economia di non eccelso profilo (ma che fine hanno fatto i direttori regionali di un tempo? Possibile che negli ultimi cinque anni la politica siciliana si rifiuta di capire che per gestire il bilancio e le entrate ci vuole personale molto competente sotto il profilo tecnico? In questi ruoli delicatissimi non ci si può improvvisare: la laurea in Giurisprudenza, da sola, non basta: ci vuole esperienza maturata accanto a gente competente) e soprattutto, a causa di un assessore – Luca Bianchi – nominato da Roma che lavora per Roma penalizzando la Sicilia.

Mancano i soldi per i Comuni che ormai sono in rivolta. Sulle Province la confusione è sovrana. I 25 mila operai della Forestale aspettano: vogliono capire se gli impegni assunti dal Governo – soprattutto dall’assessore-temerario, Dario Cartabellotta – verranno mantenuti (noi ne dubitiamo). Superfluo aggiungere che con gli operai della Forestale non si scherza. Questo dovrebbe saperlo anche l’assessore Cartabellotta. E preso lop capiranno anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta e l’assessore all’Economia, Luca Bianchi.

La scuola siciliana – per la parte che riguarda le Province, oggi gestite dalla Regione – è al delirio. Licenziamenti in massa di docenti. Aule con il doppio di studenti. Un gran casino.

Nella formazione professionale, alla fine, la strategia dei sindacati si sta rivelando perdente. E’ perdente la strategia dei sindacati – per lo più autonomi o ‘liberi’ – che si sono messi nelle mani di un Governo regionale che li ha presi in giro (anche se loro non se ne sono ancora accorti: o forse se ne sono accorti e aspettano di ‘incassare’ qualcosa…).

Ma è perdente, anche, la strategia di Cgil, Cisl e Uil. Queste tre organizzazioni non hanno radicalizzato lo scontro con il Governo regionale. Non hanno capito in anticipo che tutti gli accordi firmati dal presidente della Regione sono carta straccia. Non hanno capito che la linea dei ‘Pupari’ dell’attuale Governo regionale è quella di smantellare tutto il settore – corsi di formazione, Oif e Sportelli multifunzionali – per utilizzare altrove i soldi del cosiddetto’Piano Giovani’. Non hanno capito che l’unico modo per ottenere qualcosa dal senatore Giuseppe Lumia e dal presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, è uno sciopero duro: 8-10 mila persone in piazza assediando Palazzo d’Orleans a oltranza, non per andare a casa dopo aver firmato accordi-carta straccia, ma dopo che gli stipendi dei lavoratori sono già nei conti correnti. Sciogliendo le righe solo dopo l’avvio dei nuovi corsi con i soldi già versati. Fidarsi della parola di un personaggio come Crocetta, come hanno fatto i responsabili di Cgil, Cisl e Uil, è stata una follia.

Questi signori che governano l’Isola, come hanno dimostrato negli ultimi tre mesi, firmano accordi e li disattendono. E se ne fottono. Anzi, una volta che li hanno disattesi, cambiano le carte in tavola. E se prima volevano far partire i corsi con meno soldi, arrivati al dunque si rimangiano tutto e annunciano un’improbabile Agenzia regionale della formazione. Una bufala. Una presa in giro. Questi giocano con il culo della gente. Senza il minimo scrupolo morale. Non gliene frega niente di nessuno. Sono di un cinismo assoluto. A questa gente si risponde pan per focaccia. Alzando, e non abbassando, il livello dello scontro politico e, soprattutto, sociale. 

In questo scenario c’è anche la questione Muos. Contrariamente a quello che pensavano i ‘Pupari’ del Governo regionale il Movimento No Muos si è riorganizzato. Trovando linfa nella rabbia dei siciliani – che ormai è tanta – e nei drammi sociali alimentati da un Governo regionale inadeguato.

Qual è, allora, la strategia dei ‘Pupari’ del Governo regionale? La dissoluzione di tutto? Per arrivare ad ottenere che cosa? Forse pensano di sfasciare tutto senza avere la gente per le strade?

Non si annunciano ‘giorni belli’, in Sicilia. Per nessuno. Soprattutto per chi si illude di governare facendo i propri comodi. Lo scontro sociale si annuncia aspro. Molto aspro.

Intanto il presidente Crocetta festeggia a Catania, tra tirapiedi e nominati. Tra battute, musiche, frizzi e lazzi. E già salito sul Titanic, ma non se n’è ancora accorto…

 

 

 


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