Arrivederci a Mosca

«Dostoevskij fa parte di quegli autori che mi hanno formato prima di tutto come uomo». È così che Glauco Mauri, regista e attore, motiva le sue scelte per la scrittura teatrale di Delitto e Castigo, opera che è andata in scena fino a domenica 20 maggio al Teatro Ambasciatori. «È ormai da parecchi anni – spiega Mauri – che con la mia compagnia rivisitiamo e reinterpretiamo i classici adattandoli al teatro. Io ho voluto scrivere la sceneggiatura di quest’opera per ciò che suscita in me: e ho scelto una scenografia neutra (i mobili essenziali delle stanze alternati a un labirinto che rappresenta Pietroburgo, ndr) per dare maggior risalto alla parola. Alla sua importanza, infatti, credo molto». Mauri, interprete del giudice Porfirij Petrovic, è stato ospite all’ex Monastero dei Benedettini per uno degli incontri del ciclo “Doppia Scena”. E si è definito non solo «amante dei classici» ma anche, in particolare, della letteratura russa.

Ed erano molti, in sala, gli studenti di russo. All’incontro è intervenuta la professoressa Giacometta Strano, docente di lingua e letteratura russa presso la Facoltà di Lingue, che si avvale della collaborazione della dottoressa Claudia Olivieri e delle lettrici madrelingua Ljudmila Kisenkova e Elena Degtarieva.

La discussione sulla riduzione teatrale di Delitto e Castigo è stato solo uno dei tanti eventi proposti dalla cattedra di russo ai propri studenti. Infatti questo corso, oltre che all’insegnamento della lingua e della letteratura, è molto attento anche agli eventi extracurriculari che hanno a che fare con la cultura russa. Quest’anno agli studenti è stato possibile, grazie anche ad un buono sconto universitario, assistere tutti insieme ad opere teatrali (oltre a Delitto e Castigo c’è stata, lo scorso 26 gennaio, la Lady Macbeth di Shostakovich al teatro Bellini). Un modo per imparare, ma anche per amalgamare il gruppo. Sempre lo scorso gennaio, inoltre, una buona parte dei corsisti accompagnati dalla dottoressa Claudia Olivieri – che tiene le lezioni per il primo anno – si è recata a Genova in occasione di una mostra dedicata alla cultura russa.

Ma ciò che più attrae chi studia russo a Catania sembra la possibilità di soggiornare a Mosca per un mese dopo aver passato il secondo anno: «E’ una delle cose che più mi incentiva e mi fa andare avanti nonostante le difficoltà – dice Loris, uno studente del primo anno –. Chiaramente il russo è una lingua totalmente nuova per me come per molti e richiede molto impegno, ma studiarlo, oltre agli sbocchi che ti può dare, ti offre un’opportunità incredibile come il viaggio e un certificato che ha valore nel mondo del lavoro». Sì, perché molti studenti hanno scelto di studiare questa lingua proprio per via dell’allargamento dei mercati e per l’ascesa della Russia in campo internazionale. «La nostra preparazione in questo campo ancora non molto esplorato ci permette di avere dei mezzi non da poco per il nostro futuro – sostiene Alessandro, studente di primo anno –. Credo molto nel peso che la Russia ha e avrà, è per questo che sono qui». Ovviamente c’è anche il fascino che ha la cultura dell’Est: «La mentalità russa mi affascina perché ha aspetti molto diversi da quella occidentale, ed inoltre vi sono molti i russi in Italia e viceversa. Tengo molto alla mia scelta, e ne vado fiera», dice Elisa.

Una lingua che presenta molti ostacoli all’inizio ma che, in seguito, promette a chi la studia molte gratificazioni: è così, insomma, che gli studenti dell’ateneo di Catania vedono il russo. E ad aumentare il gradimento c’è anche il fatto che il corso, non essendo ancora troppo affollato, permette anche l’approfondimento dei valori umani che spesso in altri corsi più numerosi si perdono: «Una delle cose che più mi piace – commenta Davide – è il bel rapporto che abbiamo tra noi studenti, ma anche con le professoresse e le lettrici. Siamo seguiti molto bene, ma essere un gruppo limitato significa anche applicarsi con molta costanza ad una lingua che richiede un’attenzione particolare, perché è davvero piuttosto complessa».


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