Un fine settimana per inventare qualcosa di altamente innovativo. Alla zona industriale si daranno appuntamento giovani con un'intuizione, o semplicemente con le loro capacità da mettere in ballo. «Sarà una sfida», spiega Peppe Sirchia, uno degli organizzatori dell'evento. Ogni team immaginerà un progetto, penserà a un possibile sviluppo, e tenterà di convincere gli investitori ancora top secret a finanziarlo
Arriva a Catania lo Startup weekend «Come farsi venire un’idea in 54 ore»
Quando uno è giovane e ha una buona idea deve fare i conti con la realtà: per almeno due anni a meno di non essere particolarmente fortunato e in gamba i soldi li vedrà da lontano. E li convoglierà tutti nel suo progetto di impresa, o nella sua startup, ché in inglese suona meglio. Uno Startup weekend è una sfida per inventori. Un format globale, che arriverà a Catania dal 25 al 27 maggio: 54 ore per formare una squadra, farsi venire in mente un progetto e trovare il modo per convincere un eventuale investitore a renderlo possibile.
«Internet non è un giocattolo: è una piazza reale, uno strumento potentissimo che ti permette di fare business offline». Incontrarsi in Rete per conoscersi e fare affari nella vita vera, senza schermi né tastiere. Per Peppe Sirchia 34 anni, fondatore assieme a Rocco Miccichè e ad Alessio Vasta dello Startup weekend etneo il web è un’occasione da sfruttare. Possibilmente creando momenti di incontro. «Il vizio di noi siciliani è che non abbiamo voglia di condividere spiega Peppe Ci teniamo le buone idee per noi perché abbiamo paura che ce le rubino, ma è il networking che le rende possibili». Metterle in comune, farle viaggiare, lasciare che altri le ascoltino, «lo spirito dello startup weekend è esattamente questo». E il motto dell’evento ne è il testimone principale: «Non c’è problema». Non tanto perché le cose non siano difficili, «quanto perché a noi siciliani piace industriarci, inventare, metterci alla prova». Ci arrampichiamo sugli specchi, «ma poi capiamo il meccanismo e potremmo scalare montagne». Del resto, secondo Peppe Sirchia, «per inventare il nuovo Facebook non è necessario essere in America». Come a dire che Google poteva venire fuori anche da un garage in via Plebiscito, se lì non si fosse troppo impegnati a smontare motorini rubati. «Siamo una fucina di talenti e non lo sappiamo rincara la dose il giovane Basti pensare a Claudio Cherubino, che lavora a Mountain View, o a Giuseppe Suriani, che sta mandando avanti un progetto che definire grandioso è poco».
Nei fatti, uno Startup weekend è una specie di gioco. «Il venerdì si registrano le presenze, quindi si vede se partecipano grafici, programmatori, sviluppatori o qualunque altra figura professionale», spiega Peppe. Poi chi ha un’idea la comunica. Si valutano le idee migliori, si giudica per quali spendere tempo e si formano i team sulla base delle professionalità presenti. «Sono squadre inedite, di persone che non sempre si conoscono e che saranno gestite da alcuni mentor, cioè personaggi esperti in startup che sanno indirizzare le energie dei gruppi verso le soluzioni più funzionali». Perfino il posto prescelto per l’evento sposa in pieno l’ideale degli startupper: «Si chiama Beasy boureau e offre degli spazi di co-working alla zona industriale». Che significa, più o meno, che affittano scrivanie in stanze con altre scrivanie e altra gente che le ha affittate a sua volta.
Sugli investitori che saranno presenti a Catania, però, c’è ancora il massimo riserbo. «Quando avremo tutte le conferme li comunicheremo garantisce Sirchia Ma ci sono e chissà che in città non trovino un buon progetto da sovvenzionare».