Nino Dina (Udc) e Roberto Clemente (Pid-Cp) in manette nell'ambito dell'inchiesta Agorà della Guardia di finanza dovranno lasciare gli scranni di Sala d'Ercole fino a quando rimarranno sottoposti alla misura interdittiva. Portati via da commissione Bilancio documenti e pc. Ardizzone: «Indubitabile accendere riflettori su questione morale»
Arrestati per voto di scambio Deputati Ars verranno sospesi
Sospesi fino a quando resteranno sottoposti alla misura cautelare. Nino Dina, presidente della commissione Bilancio in quota Udc, e Roberto Clemente, eletto con Pid-Cantiere popolare, arrestati oggi dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta Agorà e con l’accusa di voto di scambio, dovranno lasciare gli scranni di Sala d’Ercole. Il provvedimento dovrà essere emesso dal Consiglio dei ministri, che lo trasmetterà alla Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana per la presa d’atto. «Io ne darò lettura alla prima seduta d’aula» spiega a MeridioNews il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone.
I due parlamentari, anche se sospesi, percepiranno una parte della loro indennità, che sarà decurtata la restante parte sarà appannaggio dei deputati subentranti. Quando cesserà la misura cautelare potranno rientrare a Palazzo dei Normanni, sempre con la stessa procedura seguita per la sospensione. «Ho appreso stamattina della stampa dell’inchiesta – aggiunge Ardizzone -. Resto in attesa degli sviluppi». L’ennesima inchiesta che coinvolge un parlamentare siciliano riaccende i riflettori sulla questione morale. «E’ indubitabile» aggiunge laconico Ardizzone, per il quale «separare l’immagine e il ruolo dell’Assemblea regionale siciliana dai comportamenti penali e morali dei singoli è una vera fatica di Sisifo».
Per il numero uno di Sala d’Ercole le inchieste sono «dovute e necessarie, nell’interesse delle stesse istituzioni politiche, per fugare tutte le ombre ed individuare le responsabilità penali, che sono esclusivamente personali».
Intanto stamattina gli investigatori della Guardia di finanza hanno sequestrato carte, documenti e computer negli uffici della commissione Bilancio, dove si trova la stanza del presidente Dina. «E poi ti trovi l’Ars invasa da finanzieri che sequestrano i computer di chi fino a ieri era chiamato presidente, in quanto presidente della commissione Bilancio, la più importante – scrive su Facebook il deputato pentastellato, Giancarlo Cancelleri -. Noi denunciavamo da anni. Oggi sono arrivati gli arresti».