Proiettato nel carcere minorile di Bicocca un video che ripercorre le imprese di DArrigo. La moglie: «Un messaggio di libertà e un modello per questi ragazzi»
Angelo vola ancora. Anche dietro le sbarre
Si è tenuto venerdì scorso, presso il Penitenziario Minorile di Bicocca di Catania, il primo di una serie di incontri che la Fondazione Angelo D’Arrigo ha organizzato per far conoscere nelle carceri italiane la figura del recordman catanese, detentore di svariati primati mondiali di deltaplano, scomparso tragicamente nel 2006 in un incidente aereo.
Per i giovani detenuti è stato proiettato un video dedicato alle numerose imprese di D’Arrigo con la visione di altrettanti film-documentari dedicati al deltaplanista.
All’incontro erano presenti la moglie di D’Arrigo, Laura Mancuso, Candido Cannavò, emerito direttore de La Gazzetta dello Sport, la dottoressa Maria Randazzo, direttrice del carcere minorile, il dottor Claudio Saita, responsabile dell’Ufficio Rapporti con l’associazionismo del Comune di Catania, la dottoressa Maria Grazia Trifiletti, appartenente allo stesso Ufficio, e l’architetto Anna Maria Li Destri, direttrice dei Servizi sociali del Comune.
Alla proiezione, che ha suscitato grande interesse tra i ragazzi, sono seguiti i commenti della signora Mancuso e del giornalista Cannavò, da sempre vicino alle attività di D’Arrigo e, successivamente, della Fondazione nata dopo la sua morte. I membri di quest’ultima, impegnati nel “Progetto carceri” e presenti all’incontro di venerdì scorso, coinvolgeranno nei prossimi mesi i detenuti di Bicocca e di altri penitenziari in diverse attività.
«È stata un’esperienza emozionante», ha affermato Laura Mancuso, presidente della Fondazione «in grado di evocare ideali di libertà e un modello positivo per chi, come i ragazzi che abbiamo incontrato, ha di fronte a sé un futuro ancora tutto da scrivere. L’esempio di Angelo può spiegar loro come il proprio destino debba essere costruito sin dalle fondamenta, passo dopo passo. Non è facile, ma bisogna tenere davanti a sé un obiettivo e rincorrerlo sin da giovani».
«Quella di Angelo» ha spiegato Candido Cannavò «è una figura straordinaria. Un grande uomo di sport e di scienza, una personalità eccezionale che deve essere valorizzata in tutto e per tutto, anche per dar lustro alla città in cui è nato. Laura e la Fondazione hanno organizzato un’iniziativa lodevole, poiché non esiste, nella storia contemporanea, un personaggio così complesso e affascinante, in tutti gli aspetti della vita, come era Angelo D’Arrigo».
Durante l’iniziativa sono stati annunciati altri tre incontri che si terranno nei prossimi mesi, nuove occasioni per rivivere le indimenticabili imprese di un uomo che ha vissuto la sua vita “ad ali spiegate”.