Otto mesi fa Flavio Garozzo, trentenne musicista e artista catanese, ha fatto le valige e da San Giovanni La Punta si è trasferito a Città del Messico per seguire una donna e un sogno. Quello di creare la Andrew Fly Entertainment, una talent agency online che si occupa di promuovere progetti, reclutare artisti e realizzare colonne sonore. Con una missione: «Farla diventare la più grande community di cinema, giornalismo e distribuzione d'intrattenimento indipendente»
Andrew Fly, un catanese in Messico «Per il mio lavoro mi ispiro a Virlinzi»
A Catania si sentiva una delle tante vittime della crisi economica, senza lavoro e senza opportunità, per questo Flavio Garozzo, 30 anni appena compiuti, musicista e compositore per film, originario di San Giovanni La Punta, otto mesi fa ha fatto le valigie e si è trasferito a Città del Messico, nella zona Xochimilco a sud della capitale. Ad attirarlo dall’altra parte del mondo è stata la sua attuale moglie: «Ci siamo sentiti su Skype per quasi dieci anni – racconta – e un bel giorno, avendo paura di invecchiare solo e vista la crisi economico-depressiva europea, ho deciso di prendere l’aereo». Con sé ha portato l’idea della Andrew Fly Entertainment, una talent agency che si occupa di promuovere progetti artistici, reclutare artisti e realizzare colonne sonore.
Un progetto molto ambizioso che Garozzo, che ha studiato alla Sae di Milano come tecnico del suono e che in Sicilia ha collaborato con la casa di produzione 095mm dell’amico Fabrizio Famà e con l’associazione Wig Wag per il regista Giacomo Maimone, porta avanti con l’attore britannico Liam Rooke. «La nostra missione – dice – è quella di creare la più grande community di cinema, giornalismo, distribuzione d’intrattenimento indipendente». Una sfida al sistema attuale: «Tutto – spiega il suo ideatore – è nato dalla voglia di non dover dipendere da strumenti come Youtube e iTunes per vendere i propri prodotti. Gli artisti – aggiunge – adesso sono numeri che sperano di essere trattati come professionisti, in questo senso Andrew Fly Entertainment funge da motore motivazionale e di distribuzione».
«Mi ispiro a Checco Virlinzi, che avrei dovuto conoscere un mese prima della sua scomparsa, lui aveva sentito parlare di me come musicista. Ma il destino aveva altri piani», afferma Garozzo, che finora per il suo lavoro ha ottenuto i ringraziamenti di diversi artisti, tra cui Chris Huelsbeck, musicista per videogiochi, e Anup Poudel, vincitore del concorso Videocracy 2010 premiato da Hillary Clinton. «Sono persone – spiega – che, pur avendo partecipato ad importanti eventi artistici, hanno avuto dei momenti difficili. Io ho cercato di motivarli, confortandoli e mettendoli in contatto con produttori esecutivi. Per tutto questo – rivela – non ho guadagnato un centesimo, ma tanti “grazie” che mi hanno dato la forza di chiedere finanziamenti a gruppi di investimento come la Crawford Latino-America (azienda leader per crediti personalizzati e soluzioni amministrative, ndr)».
Il lavoro per realizzare il suo progetto è ancora lungo, under construction, proprio come il sito e lo store online dell’agenzia. Ma il messaggio è chiaro: «Hollywood è solo un modo. Il modo è la Andrew Fly». Uno slogan che mostra l’ambizione del giovane artista originario di San Giovanni La Punta. «È vero – ammette – sono ambizioso, ma non basta specialmente in un mondo dove la tecnologia è a portata di mano e sempre più rapida». Garozzo sa che la strada è dura per Andrew Fly, il suo alterego musicale che dà il nome all’agenzia, nato dalla collaborazione come tastierista all’interno della band The end of days con il cantautore Daniele Strano, attuale fondatore della casa di fumetti interattivi www.onartsentertainment.com. «Devo dire grazie a Daniele se oggi mi sento sicuro di affrontare il mondo dell’entertainment, perché quando gli altri dicevano “bianco” lui diceva “nero”», racconta. «Devo molto – aggiunge – anche a mio padre, Fredy Garozzo, che mi ha insegnato fin da piccolo a suonare ed organizzare eventi».
Ma quello di realizzare e portare al successo il suo progetto, non è l’unico desiderio del giovane talent manager catanese: «Il mio augurio più grande – confessa – è di rivedere Catania, e l’Italia in generale, splendere grazie alla libertà di commercio e di parola».
[Foto di arkitehti]