Amt: bus stracolmi e disagi, lo sciopero è alle porte  Una cittadina: «Uno scempio, la colpa è di Bianco»

Pochi mezzi, vecchi e sempre in ritardo. Fermate affollate dai cittadini, crisi di liquidità e lavoratori sul piede di guerra. Quella dell’azienda dei trasporti locali è una situazione sempre più delicata che, nonostante le rassicurazioni della dirigenza e del sindaco Enzo Bianco, sembra essere giunta a un capolinea. «Il sindaco non sta pagando e le conseguenze si vedono. Le corse si sono ridotte e le persone, che si affollano alle fermate, sono costrette a viaggiare ammassate come polli». A parlare è Concetta Sanfilippo, lavoratrice della scuola che, come tanti altri cittadini, aspetta ogni mattina l’autobus 726 alla fermata cosiddetta della Madonnina di San Giovanni Galermo. «Oltre alle condizioni di disagio sui mezzi – continua la signora – la fermata è molto pericolosa. Parliamo di un marciapiede stretto, a ridosso della carreggiata, che si trova in curva esposto alle intemperie e al traffico delle macchine». 

A farle compagnia nell’attesa, ormai divenuta «estenuante», i ragazzi dei licei che utilizzano il trasporto pubblico per arrivare in tempo a lezione. «Un’impresa ormai impossibile – commenta Concetta – che porta i ragazzi ad assaltare i mezzi e a essere sgridati dai professori quando arrivano in ritardo». Una situazione destinata a peggiorare considerato che alla trentina di studenti che attualmente utilizzano il 726 per spostarsi dal quartiere periferico al centro, l’anno prossimo si aggiungeranno anche i più giovani delle scuole medie. «Ho spiegato la situazione al consigliere Manlio Messina che mi ha promesso di parlare con l’assessorato competente – conclude Sanfilippo – ma non ho più ricevuto risposta». 

«Ho già fatto un’interrogazione in aula ma purtroppo non sono in commissione Trasporti né ci sono nostri rappresentanti – dichiara Messina a MeridioNews –  Tuttavia andrò alla prossima riunione come auditore e chiederò la parola per sollevare questo caso». «Considerate, inoltre, che quasi l’80 per cento delle fermate Amt sono abusive perché non hanno l’autorizzazione dell’Utu (l’ufficio della polizia municipale che si occupano del traffico urbano, ndr). Come se non bastasse – conclude il consigliere di Fratelli d’Italia – l’Amt non paga nemmeno il suolo pubblico». 

«L’azienda è sommersa da una montagna di debiti ma fiduciosa di recuperare i crediti vantanti nei confronti del Comune e della Regione», denuncia il sindacato del trasporto Fast-Confsal che, preannunciando lo sciopero di domani mattina, spiega il punto di vista dei lavoratori. «I nostri dipendenti si ritrovano a fare i conti con lo stipendio dimezzato, a lavorare su vetture da terzo mondo, vessati da un’utenza esasperata e stanca di aspettare per intere ore». «Come se non bastasse – continua il segretario regionale Giovanni Lo Schiavo – la direzione, recentemente, ha propinato agli autisti una flessibilità esasperata che nulla a che vedere con quanto indicato dal contratto di lavoro». Ma non solo. «In maniera del tutto arbitraria, l’azienda lascia i lavoratori a casa, in ferie forzate, per mancanza di mezzi». Per questi motivi, il 20 maggio, la sigla ha indetto una mobilitazione che, nelle intenzioni dei partecipanti, vuole rappresentare l’inizio del «riscatto di Amt e della città di Catania».


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