Almaviva, nuovo incontro al Mise Bellanova: «Obiettivo revoca tagli»

A sorpresa arriva la convocazione per un nuovo incontro al Mise fissato per oggi pomeriggio alle 18.30 per affrontare la vertenza Almaviva che vede a rischio 2988 posti di lavoro su scala nazionale. Dopo in nulla di fatto del tavolo di lunedì scorso al ministero per lo Sviluppo economico, oggi il vice ministro Teresa Bellanova – incontrando un gruppo di lavoratori di Almaviva in sit-in davanti l’ingresso dell’Assemblea di Confindustria – ha annunciato la convocazione di un nuovo incontro a Roma con le organizzazioni sindacali e l’azienda perché «per quanto mi riguarda quel tavolo è una seduta permanente. Stiamo lavorando per cercare di dare una soluzione che non strumentalizzi la condizione dei lavoratori, l’obiettivo – ha continuano – è quello di far revocare i licenziamenti e di mettersi a discutere anche su come trovare nuove commesse». Gli ammortizzatori sociali disponibili per 36 mesi, «dicono che l’emergenza non è quella, il problema è avere la volontà di discutere», ha aggiunto Bellanova sottolineando che al lavoratore «serve uno strumento che tuteli il reddito, adesso i lavoratori dei call center hanno a disposizione un ammortizzatore di 36 mesi, finché ci sarò io al tavolo di trattativa i lavoratori non saranno sottoposti a ricatto».

A stretto giro di posta è arrivata anche la replica dell’azienda che, come ribadito nell’incontro di lunedì, ha ricordato che il piano di riorganizzazione aziendale di Almaviva Contact si è reso indispensabile «per la necessità e l’urgenza di riportare l’azienda in condizioni di corretto equilibrio industriale nell’attuale contesto di mercato». Secondo i vertici Almaviva, il pluriennale ricorso a strumenti di solidarietà difensiva, che comportano un costo molto rilevante per la Società, non «è assolutamente più sufficiente a fronteggiare la situazione di crisi strutturale e la gestione degli esuberi dichiarati». Ad oggi, la valutazione sulla tipologia e sulla durata degli ammortizzatori sociali, la cui disponibilità è stata comunque sottolineata dalla vice ministro dello Sviluppo Economico Bellanova, «può essere considerata unicamente in presenza di contestuali proposte dirette ad affrontare nell’immediato ed in modo strutturale l’insostenibile condizione di squilibrio economico di Almaviva Contact, garantendo la messa in sicurezza dell’Azienda e dei suoi lavoratori».

Insomma, per il colosso dei call center in Italia, senza una riforma strutturale del settore che garantisca regole uguali per tutti e la certezza dell’applicazione delle sanzioni per chi non le rispetta, il ricorso alla solidarietà e agli ammortizzatori sociali non sarebbe risolutivo ai fini della vertenza: prioritario è la messa in sicurezza dei conti dell’azienda. Il confronto, ad ogni modo, è previsto per le 18.30 e con molta probabilità proseguirà ad oltranza, anche perché dal 5 giugno, in assenza di un accordo, l’azineda potrebbe avviare i primi licenziamenti. E domani, in occasione dello sciopero nazionale, un gruppo di lavoratori partirà da Palermo alla volta di Roma mentre un presidio di protesta è previsto davanti la Prefettura nel capoluogo siciliano. 


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