Lazienda non e interessata allimmobile di via ugo la malfa offerto dal comune di palermo. La trattativa per salvare 4500 lavoratori dei call center proseguira il prossimo 24 febbraio. La posizione della cisl siciliana
Almaviva, nulla di nuovo sulla scelta della sede
LAZIENDA NON E INTERESSATA ALLIMMOBILE DI VIA UGO LA MALFA OFFERTO DAL COMUNE DI PALERMO. LA TRATTATIVA PER SALVARE 4500 LAVORATORI DEI CALL CENTER PROSEGUIRA IL PROSSIMO 24 FEBBRAIO. LA POSIZIONE DELLA CISL SICILIANA
A rischio i livelli occupazionali nel settore delle telecomunicazioni (Call center) a Palermo. Non ha prodotto i risultati sperati dai quattromila e 500 lavoratori del settore lincontro tenutosi ieri in Prefettura di Palermo, presenti sindacati, Azienda e lassessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede, per trovare una soluzione al problema della sede richiesta da Almaviva.
Il Comune di Palermo, parte interessata ad una positiva conclusione della vertenza, ha confermato la disponibilità a contribuire alla individuazione di un percorso virtuoso che garantisca i posti di lavoro.
Nel corso della riunione, i rappresentanti di Almaviva hanno evidenziato le questioni commerciali che reputano prioritarie e hanno manifestato il non interesse sull’immobile di Via Ugo La Malfa, offerto dal Comune di Palermo per la nuova sede.
“Ribadisco la disponibilità da parte dell’Amministrazione comunale – ha dichiarato il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando – a fare fino in fondo la propria parte nell’ambito delle sue competenze. Auspico, altresì, un altrettanto forte impegno da parte del Governo nazionale e regionale – ha concluso il Sindaco – per la salvaguardia dei livelli occupazionali nella nostra città e il mantenimento della presenza dell’azienda a Palermo.
Il Governo regionale si è fatto carico di trovare una soluzione alternativa, data la risposta negativa fornita da Almaviva in ordine al locale di Via Ugo La Malfa, come ha riferito nel corso dellincontro lassessore Bonafede.
Il prossimo 24 febbraio le parti storneranno a riunirsi nella sede di Confindustria Palermo.
Sulla vicenda interviene anche la Cisl siciliana. Siamo davanti ad una vertenza unica in Italia – dicono Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo-Trapani e Francesco Assisi, segretario Fistel Cisl Palermo Trapani -: lAzienda vuole restare in Sicilia a differenza di altre, è dunque questa deve essere la missione di Comune di Palermo, governi regionale e nazionale: quello di consentire ad Almaviva di poter avviare una politica di rilancio della sua attività nellIsola”.
“Siamo preoccupati per il calo delle commesse del 35% – si legge sempre nel comunicato della Cisl – si mettano in campo tutte le strategie possibili per evitare anche in questo caso come per altre aziende che operano nel settore del call center, la delocalizzazione.
Bisogna trovare presto una soluzione per limmobile – aggiungono i due sindacalisti della Cisl – dopo che lAzienda ha fatto sapere di non essere più interessata ai locali di via la Malfa, dove i costi per la ristrutturazione risultano eccessivi. Sappiamo dellimpegno annunciato dal Comune, ma non basta: la Regione deve sostenere lAzienda che ha chiesto un prestito a tassi agevolati per poter rilanciare la sua azione in un’altra sede. Almaviva ha anche ribadito al tavolo che non intende lasciare Palermo e la Sicilia, e anzi di voler trasferire la sua sede legale nellIsola.
Sul caso Almaviva interviene anche il segretario generale della Cisl siciliana, Maurizio Bernava: “Non possiamo permetterci di perdere un solo posto di lavoro – dice Bernava – il rischio di delocalizzazione delle commesse è sempre pressante, per questo solleciteremo la Regione affinché si faccia promotrice, presso il Governo nazionale, di un azione che porti ad un accordo scritto con sindacati e Azienda per avviare un percorso che consenta ad Almaviva di restare in Sicilia e di non perdere in nessun modo commesse delle grandi aziende nazionali attualmente gestite. E lunico modo per salvare il futuro dei 6 mila operatori e della società operanti in Sicilia che rappresenta uno dei settori più presenti nel tessuto economico della Regione.