Almaviva, nulla di fatto al Mise Il confronto rinviato a lunedì 30

Ancora una volta è un muro contro muro tra azienda e Governo sulla vertenza Almaviva che vede in bilico 3 mila posti di lavoro. Il confronto tra le parti, proseguito oggi al Mise, a Roma, è stato sospeso con un nulla di fatto dopo due ore e rinviato a lunedì 30 maggio alle 15. Durante l’incontro, convocato stamane in tutta fretta dal vice ministro Teresa Bellanova al ministero, i dirigenti del colosso dei call center in Italia, secondo fonti sindacali, avrebbero ribadito l’intenzione di non volere ritirare i licenziamenti. L’azienda avrebbe sostenuto che al momento non esiterebbero alternative alla ristrutturazione aziendale ma, su richiesta del viceministro, avrebbe dato anche disponibilità a riproporre l’accordo del 20 aprile – già bocciato dal 95 per cento dei lavoratori – e di proseguire a oltranza il confronto, a patto di sospendere gli scioperi

Il vice ministro Bellanova, dopo aver elencato la tipologia di strumenti ipotizzati dal Governo per affrontare l’emergenza (36 mesi tra ammortizzatori e contratti di solidarietà, anche se al momento non c’è certezza sulla la copertura dei fondi), avrebbe richiamato tutti alle proprie responsabilità, invitando ad andare avanti per trovare un accordo condiviso e che tuteli gli interessi dei dipendenti, senza peggiorare le loro condizioni dal punto di vista economico. Preso atto della distanza delle parti, il confronto è stato sospeso e rinviato a lunedì prossimo. Intanto, rimane confermato lo sciopero nazionale previsto per domani mattina a Roma


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Il tavolo dopo due ore è stato sospeso per un irrigidimento delle posizioni: da un lato l'azienda avrebbe ribadito l'intenzione di proseguire con i licenziamenti mentre il Governo avrebbe riproposto il pacchetto di interventi già annunciato nei giorni scorsi. Domani, intanto, è confermato lo sciopero nazionale a Roma

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