Almaviva, il vertice con il ministro del Lavoro Sindacati: «Scongiurare 1600 licenziamenti»

Annunciato da giorni, è finalmente in corso a Roma, al ministero del Lavoro, l’incontro sulla vertenza Almaviva per evitare i 1600 esuberi del sito di Palermo. Presenti il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, e il sottosegretario al Lavoro Steni Di Piazza. Una crisi, quella del colosso dei call center in Italia, legata alla crisi del settore e all’emorragia delle commesse. Così, dal primo luglio, l’azienda ha avuto accesso al Fis, il fondo di integrazione salariale, con picchi di ricorso agli ammortizzatori sociali fino al 60 per cento. Per effetto del calo dei volumi dei principali committenti Tim e Wind Tre, con punte del 70 per cento. Le due società assorbono circa 1800 operatori palermitani. E poi c’è l’annosa vicenda che riguarda Alitalia con circa 600 unità. La commessa è stata prorogata ma il destino della compagnia di bandiera potrebbe avere ripercussioni anche sul capoluogo. Tim e Wind Tre, invece, seppur al momento non a rischio, non garantiscono i livelli minimi di volumi di traffico. 

Tra gli esponenti palermitani presenti al tavolo, il sottosegretario Di Piazza, e le parlamentari Roberta Alaimo e Valentina D’Orso. «Il Governo continua a essere molto presente sul caso Almaviva. Stiamo seguendo la crisi con la massima attenzione con l’intento di tutelare prima di tutto i lavoratori e le loro famiglie» afferma il sottosegretario Di Piazza. «La delocalizzazione all’estero delle commesse unitamente ad altre criticità e distorsioni del settore call center hanno colpito Almaviva e i suoi lavoratori. Stiamo parlando di 1600 impiegati su 2800 dipendenti che oggi stanno vivendo un incubo – spiegano Alaimo e D’Orso – Questo tavolo con il Ministro del Lavoro Catalfo e con il Ministro per il Sud Provenzano, voluto fortemente anche da noi parlamentari di Palermo, è volto a trovare una soluzione».

Ma occorre far presto perché gli ammortizzatori scadono il 30 novembre, e la soluzione non può essere ancora una volta il ricorso alla cig, avvertono i sindacati.«Al governo chiediamo un intervento che vada in due direzioni – affermano Massimiliano Fiduccia, Alice Corso ed Emiliano Cammarata, rsu della Slc Cgil Palermo – sia scongiurare il rischio di nuovi licenziamenti sia di intervenire in maniera strutturale sul settore». Le organizzazioni dei lavoratori chiedono da tempo un fondo strutturale destinato anche alla riqualificazione del personale, rispetto a quelli che sono i temi legati alla digitalizzazione e all’intelligenza artificiale. E ancora, misure contro le delocalizzazioni extra Ue, e il rispetto delle norme che disciplinano il costo minimo del lavoro, spesso disattese dagli stessi committenti che giocano al ribasso. «Ci auguriamo che si possa superare l’emergenza a Palermo con interventi che scongiurino drammi sociali – concludono – L’auspicio è l’istituzione di un tavolo permanente, anche al Mise, per risolvere un rebus che riguarda l’intero settore», concludono.


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