Un incontro dal sapore «interlocutorio» che non scioglie i timori legati al futuro con lo spettro di 1244 esuberi su un bacino di 2700 lavoratori. Intanto, il ministro Di Maio annuncia l'apertura di un tavolo di confronto sul settore per il 19 luglio
Almaviva, delude il vertice al ministero «Mancano condizioni per un accordo»
Un incontro dal sapore «interlocutorio» che non scioglie i timori legati al futuro dei dipendenti Almaviva. Il riferimento è alla riunione che si è tenuta stamane al Mise, a Roma: sul tavolo la vertenza che solo a Palermo vede in bilico 1244 lavoratori su un totale di 2700. Durante l’incontro al ministero – al quale erano presenti i vertici aziendali, le segreterie nazionali e territoriali unitamente alla delegazione rsu, il dirigente del ministero del Lavoro De Camillis e il sindaco Leoluca Orlando – i sindacati hanno ribadito la necessità di un tempestivo intervento da parte del governo a tutela dei lavoratori e del settore. Tra le priorità, «il rientro dei volumi delocalizzati all’estero» che consentirebbe di guadagnare tempo prezioso per gli interventi strutturali (fondo dedicato, rispetto dei contratti e delle tariffe, piano di sviluppo e riconversione) ormai indispensabili e non differibili, per evitare licenziamenti ed il collasso dell’intero comparto.
L’azienda, dal canto suo, avrebbe ribadito i temi già trattati sul tavolo territoriale, confermando la volontà di accedere al Fondo di integrazione salariale con le percentuali già dichiarate «ribadendo che ove non si verificassero interventi sul settore, dovrà procedere a significative riduzioni del personale già da settembre». «La parte istituzionale – sottolineano le organizzazioni dei lavoratori -, non ha prospettato alcun tipo di intervento nell’immediato ed ha rinviato la discussione ad un tavolo che dovrebbe coinvolgere anche i committenti, da convocare possibilmente prima della pausa estiva». L’appello unanime, da parte dei sindacati, è di un coinvolgimento politico diretto del ministro, in un tavolo trasversale con aspetti legati ad entrambi i ministeri (Lavoro e sviluppo economico).
«Si è trattato di un incontro interlocutorio – commentano Maurizio Rosso il segretario generare Slc Cgil Palermo e Massimiliano Fiduccia della segreteria -, mentre occorre un intervento politico nell’immediato che riformi il settore che non riguardi solo Almaviva Palermo ma tutto il comparto. Vorremmo che anche il ministro prendesse posizione mentre siamo solo alle dichiarazioni di intenti, invece c’è un’emergenza che già da domani potrebbe causare licenziamenti da settembre. E con le prospettive confermate oggi dall’azienda non ci sono le condizioni per fare un accordo». Intanto rimane confermato per domani l’incontro a Sicindustria tra Almaviva e le organizzazioni territoriali per definire la procedura di accesso al Fis. Noi – anticipa Rosso – non firmeremo mai una solidarietà al 60 per cento. Il cambiamento sta nell’occupazione e non negli ammortizzatori sociali».
«Il governo si impegna ad aggiornare il tavolo assicurando il coinvolgimento politico del Ministro, con un intervento di moral suasion sui committenti – dice Giuseppe Tumminia, segretario generale della Uilcom Sicilia -, ma l’impressione resta quella di una bassa consapevolezza degli effetti sociali. Se domani Almaviva non abbassa la percentuale di Ammortizzatore Sociale e non garantisce l’anticipo dell’integrazione Inps ai lavoratori, siamo allo scontro sociale. Per girare in Italia i flussi di traffico dalla Romania bastano poche ore».
I lavoratori incassano anche la solidarietà del sindaco: «Quella che riguarda Almaviva – ha detto Orlando – non è una vertenza, ma per la Palermo è la vertenza, essendo questa azienda la più grande fra quelle private nella nostra città ed essendo Palermo la città con maggiore presenza occupazionale nel settore Tlc. Da tempo è stato unanime, da parte delle Organizzazioni sindacali, dell’azienda e dell’Amministrazione comunale, il richiamo alla necessità di un approccio strutturale che contrasti la delocalizzazione all’estero ma anche l’esercizio inappropriato di tale attività da parte di aziende improvvisate».
Il primo cittadino a nome della città ha poi chiesto che il ministro convochi al più presto un tavolo di confronto con prospettive di intervento di rilancio con interventi strutturali «per evitare che si passi da ammortizzatori sociali ad ammortizzatori sociali che nel tempo mortificano professionalità e che in assenza di un rilancio strutturale del settore rischiano di essere il preludio della perdita di occupazione con effetti devastanti in tutto il Paese -conclude – ma soprattutto a Palermo ove il settore costituisce una presenza di enorme importanza».
«Ampia disponibilità del Governo a seguire la vicenda del sito di Palermo di Almaviva con la massima attenzione, con il coinvolgimento diretto del vicepremier e ministro Luigi Di Maio», afferma in una nota il governo che annuncia l’apertura di un tavolo di confronto sul settore: la data prevista, che sarà comunicata formalmente nei prossimi giorni alle associazioni datoriali e alle rappresentanze sindacali, è il 19 luglio. «La situazione della sede palermitana di Almaviva, dove si prospetta, a breve, la contrazione dei volumi di lavoro, mettendo a rischio la tenuta occupazionale, rientra nella piu’ generale crisi del settore call center – spiega il ministero in una nota – cui il nuovo Governo ha dedicato attenzione e impegno fin dal suo insediamento, nella consapevolezza che la congiuntura e’ grave e coinvolge, purtroppo, numerose migliaia di lavoratori».
Alla riunione hanno preso parte Francesco Vanin, consigliere per le imprese, le crisi di impresa e del lavoro del ministro Di Maio. Fin dalle prossime ore, ha garantito Vanin, saranno attivate le azioni necessarie ad avviare un dialogo anche con i committenti dell’azienda.