Alla Sicilia serve un Partito Autonomista anti-euro, anti Muos e contro la mafia. Magari in alleanza strategica con la Lega Nord

L’OPINIONE/ E’ INUTILE PERDERE ANCORA TEMPO. BERLUSCONI E’ ORMAI ‘INCIUCIATO’ CON RENZI. E NON E’ PIU’ IN GRADO DI RAPPRESENTARE LA GRANDE ENCLAVE MODERATA CHE NELLA NOSTRA ISOLA E’ ANCORA OGGI MAGGIORITARIA

di Economicus

Dopo aver riannodato i fili con il proprio elettorato del Centro Nord Italia, la Lega, con il segretario Matteo Salvini, pensa di allargare la base del proprio movimento politico anche al Sud. Gli slogan sul Meridione che spreca risorse sono stati archiviati. Il tema, oggi, è un altro: il lento disfacimento dell’europeismo degli anni ’50 e ’60 del secolo passato, sostituito dall’Europa delle banche e della speculazione finanziaria.

Lungi dall’unificare l’Europa, l’euro la sta dividendo. Ci sono aree forti come la Germania (che peraltro inizia a perdere qualche colpo). E aree deboli. E c’è una gestione della moneta unica commisurata agli interessi di pochi (e tra questi pochi non c’è l’Italia).

Il sentimento anti-euro, nel nostro Paese, cresce di giorno in giorno. E i leghisti tutto questo l’avvertono.

Una delle poche forze politiche che ancora difende l’euro è il PD, un Partito che, al di là delle promesse di Matteo Renzi, peraltro sempre meno convincenti, sta puntando tutto sul clientelismo e sulla tutela delle banche (ancora non si capisce cosa intende fare questo partito con l’anatocismo bancario ripristinato dal Governo Renzi).

Emblematica la grande speculazione sull’assistenza agli immigrati che sconta, però, una contraddizione. L’Italia ha l’esigenza di ridurre drasticamente la spesa pubblica. Solo che la patologica proliferazione del ‘Terzo settore’ nell’assistenza agli immigrati comporterà, già a partire da quest’anno, un aumento consistente della spesa pubblica.

Dovendo reperire, nel breve periodo, almeno 20 miliardi di euro e non potendo più rosicchiare i redditi, già bassi, al Governo Renzi non resterà che aggredire i patrimoni: che è, poi, quello che, da tempo, chiede la Troika (Commissione europea, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea): una consistente ‘tosatura’ dei fondi comuni d’investimento sottoscritti dagli italiani, che ammontano a circa un miliardo e 400 milioni di euro.

Insomma, dopo aver colpito le rendite finanziarie dei ceti medi, portando la tassazione finanziaria dal 12 al 26 per cento, il Governo Renzi, per pagare la sempre più esosa permanenza dell’Italia nell’euro e per sostenere la gran massa di cooperative che ha preso in mano il business dell’assistenza agli immigrati, potrebbe essere costretto ad aggredire i patrimoni degli italiani.

Questo aprirà grandi spazi di manovra nel Sud, dove il PD non ha mai brillato. E aprirà scenari politici nuovi anche in Sicilia, dove la ricomposizione dell’area dei moderati sotto l’egida del centrodestra è destinata a fallire, se è vero che Berlusconi – forse per tutelare le proprie aziende – è ormai costretto a sostenere l’attuale esecutivo nazionale (si parla, addirittura, di un ingresso di Forza Italia nel Governo Renzi!).

Se, da un lato, è incontestabile l’ottimo lavoro svolto dai grillini siciliani all’Ars e in tanti centri dell’Isola, dall’altro lato è oggettivo che il Movimento 5 Stelle molto difficilmente farà breccia nella grande enclave moderata della Sicilia, che rimane elettoralmente maggioritaria, specie alla luce del pressoché totale fallimento, culturale prima che politico, del Governo regionale di Rosario Crocetta.

Questa grande area moderata della Sicilia che in questo momento nessuna forza politica rappresenta (non la rappresenta certo il PD, che peraltro, storicamente, non l’ha mai rappresentata, e non la rappresenta Forza Italia con Berlusconi sempre più ‘inciuciato’ con il Governo Renzi) potrebbe diventare la base per rilanciare l’Autonomia siciliana.

In questo scenario – checché ne dicano gli ‘indipendentisti siciliani in ‘pantofole’ che affollano la rete, ma non le piazze dell’Isola – una possibile alleanza tra gli autonomisti siciliani e la Lega Nord potrebbe diventare strategica.

In Sicilia il malcontento sociale è ormai alle stelle. L’Unione europea, il Governo Renzi e, soprattutto, il Governo regionale di Rosario Crocetta lo alimentano.

Sul malcontento Beppe Grillo, in pochi mesi, ha costruito in Sicilia un Movimento del 30 per cento e forse più di consenso sociale ed elettorale. Oggi, rispetto al 2012, il malcontento sociale è aumentato. E, sempre rispetto a due anni fa, Forza Italia e le forze politiche di centro, come già ricordato, non sono più nelle condizioni di rappresentare l’area moderata della Sicilia. 

Alla Sicilia, oggi, serve un movimento alternativo al PD e a Forza Italia, ma in chiave moderata, lasciando ai grillini l’area – oggi comunque vasta – di quella che un tempo era la sinistra. Un movimento fortemente ancorato ai valori dell’Autonomia, critico nei riguardi dell’euro, dell’Unione europea, della Bce e dell’Fmi.

Un movimento legato, anche, al grande dibattito sull’indipendenza in corso in Europa tra Catalogna, Scozia e via continuando. 

Su questa basi si può pensare a un’alleanza strategica con la Lega Nord di Salvini. Per colpire al cuore gli interessi del PD, di Forza Italia e della mafia: mafia che, come proveremo ad illustrare, è oggi più presente che mai, tra vecchia politica ed Europa delle banche.

La strada da percorrere, per la creazione di un movimento autonomista siciliano, è ancora tanta. Ed è irta di difficoltà. C’è da superare l’idiosincrasia di tanti siciliani verso la Lega. E qui l’intelligenza dovrà prevalere sulla ‘pancia’.

Ma la vera, grande difficoltà – la più pericolosa, visto che siamo in Sicilia – è rappresentata dalla mafia, oggi molto più forte rispetto al passato. Una mafia oggi fortemente legata agli attuali ‘meccanismi’ dell’Unione europea (l’inserimento dei proventi di prostituzione e droga nel calcolo del Pil è un assist delle massonerie finanziarie europee alla mafia: e assist così importanti non sono mai gratuiti…).

In uno scenario dove la mafia siciliana – ribadiamo: sempre più forte e sempre più internazionalizzata – va in uno con il nuovo ‘europeismo degli affari’ non sarà facile radicare una forza politica autonomista. Ma bisogna provarci.

Se nel passato un certo ‘sicilianismo’ poteva interessare i mafiosi, oggi lo scenario è completamente diverso. La mafia cerca i propri simili. E, come già accennato, li ha trovati nelle massonerie finanziarie europee.

Oggi la mafia da combattere ha il volto, anzi i volti più imprevedibili (e qui ha ragione Pietrangelo Buttafuoco, che analizza correttamente gli elementi che oggi compongono la nuova mafia siciliana, fatta anche di ‘antimafia’, ma poi si perde in antipatie personali verso l’Autonomia siciliana: antipatie legate, con molta probabilità, alle radici culturali e politiche di una destra anni ’50 e ’60 che all’Autonomia arriverà attraverso i mafiosi dell’operazione Milazzo, lasciando, per l’appunto, “brutti ricordi”: e in questo senso Buttafuoco va capito).

Ma la presenza di una mafia ‘europeista-affarista’ non deve fermare la possibilità di un rilancio dell’Autonomia, perché no?, anche in chiave indipendentista. Un’Autonomia in grado di interpretare ciò che il PD non rappresenta più: e cioè anche la voglia di una Sicilia libera dal giogo degli interessi americani.

Non sfugge agli osservatori attenti l’ipocrisia dell’attuale dirigenza del PD siciliano che si batte per rimettere il nome di Pio La Torre all’aeroporto di Comiso, per poi tradire l’eredità culturale dello stesso Pio La Torre, schierandosi ‘pancia a terra’ con i militari americani che stanno piazzando il Muos a Niscemi, ben sapendo che queste onde elettromagnetiche danneggeranno l’ambiente e la salute degli abitanti della Sicilia.

Davanti alla vergogna del Muos, davanti alla vergogna della mafia ‘europeista’ sempre più forte (mafia che non ha mai avuto interessi distinti dagli interessi dei militari americani: anzi), davanti a una gestione dell’euro sempre meno convincente, davanti ai fallimenti dei Governi Renzi e Crocetta e con un Berlusconi sempre più ‘bollito’ si aprono grandi spazi di manovra per un movimento legato agli interessi reali della Sicilia.

La parola a chi si farà avanti. Con idee chiare e senza infingimenti.

 

 


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