Aligrup, ex lavoratori rimasti senza ammortizzatori «Il presente senza soldi e il futuro senza speranza»

Le insegne Aligrup sono state smontate da tempo ma dietro le quinte resta il dramma lavorativo di centinaia di persone. Vittime lontane dai riflettori che tornano alla ribalta con la fine dei sostegni economici destinati ai disoccupati. In due parole ammortizzatori sociali. «Sono rimasto senza lavoro, senza soldi e senza speranza». Giuseppe Litteri, 55 anni a febbraio, è uno degli ex dipendenti un tempo inseriti nella categoria jolly, cioè quei lavoratori senza una sede fissa chiamati secondo le necessità. È lui uno dei tanti esempi dell’assenza di qualunque prospettiva di riassorbimento. «Vado ogni giorno all’ufficio di collocamento a portare il mio curriculum ma mai nessuno mi ha chiamato negli ultimi cinque anni e mai nessuno mi chiamerà – commenta – Non ci dormo la notte perché ho comunque un affitto da pagare e un figlio minorenne da mantenere». 

Lo scorso settembre, un gruppo di deputati regionali aveva fatto richiesta di estensione delle tutele nei confronti di 600 ex dipendenti ma ancora non c’è stata nessuna risposta. «Sia il governo nazionale che quello regionale – conferma a MeridioNews la deputata del Movimento 5 stelle, Angela Foti – sono a conoscenza di ogni passaggio di questa vicenda ma non abbiamo ancora ricevuto nessun segno di interessamento per la proroga di ulteriori misure di ammortizzatori sociali in loro favore». A fare i conti con un futuro incerto quei lavoratori hanno imparato a conviverci ormai da anni, ma la situazione sembra sempre peggiorare. «Parliamo di persone fra i 50 e i 60 anni – sottolinea Foti – per i quali è molto difficile anche solo l’idea di trovare una ricollocazione e non possono essere loro a pagare il prezzo di una mala gestione da parte di chi doveva garantire la tenuta dell’azienda sotto amministrazione controllata e non è stato capace di farlo».

La società, nata nel 1987 dall’incorporazione della Scuto Spa per volere dell’imprenditore Sebastiano Scuto, nel 2001 aveva impiegato circa 1600 dipendenti. Dal 2001 al 2011 si susseguono le vicende giudiziarie per associazione mafiosa che interessano il proprietario, la Aligrup intanto viene posta in amministrazione giudiziaria pur continuando la propria attività nella grande distribuzione. A questo tassello si aggiunge l’inchiesta della procura etnea su alcuni amministratori nominati dal tribunale, accusati del reato di bancarotta fraudolenta relativo al crac della società. Un insieme di cose che nel complesso ha portato al totale smembramento della società

Una vera e propria epopea per i lavoratori dipendenti: prima vengono messi in moto dei cicli di cassa integrazione, poi un programma di cessione dei punti vendita che va avanti fino al mese di giugno del 2012. Segue la liquidazione e la procedura concorsuale di concordato preventivo. Nel novembre del 2012 si fanno concrete le prime cessioni in favore di diversi gruppi imprenditoriali: da Arena a Conad, da Re Leone a Cambria e infine, nel novembre del 2013, anche alla Coop Sicilia Spa. Un finto lieto fine per i lavoratori. Lo scorso giugno, infatti, quest’ultima società ha comunicato la propria intenzione di chiudere i punti vendita di San Giovanni La Punta e Zafferana Etnea, oltre agli uffici all’interno del centro commerciale Le Zagare. Contestualmente viene reso noto il ricorso al licenziamento collettivo per 273 lavoratori considerati dall’azienda un esubero negli altri negozi: Bronte, Le Ginestre di Tremestieri Etneo, Katanè di Gravina di Catania e Le Zagare di San Giovanni La Punta. In questo caso, però, la trattativa è stata poi conclusa positivamente.

«Per tutti questi ex dipendenti – dice a MeridioNews il segretario regionale della Cisal, Paolo Magrì – purtroppo, in base alla situazione attuale, l’unica prospettiva possibile è quella della fame. Per gli oltre 600 lavoratori fra i 40 e i 50 anni che sono rimasti senza ammortizzatori sociali e senza stipendio dallo scorso mese di settembre, le opportunità di ricollocazione sono quasi impossibili. Nel 2018, la situazione peggiorerà ulteriormente perché al disagio di questi si andrà a sommare quello di un’altra ottantina di persone». Il riferimento è ai tanti lavoratori come il signor Litteri che, già nel 2014 erano over 50, e furono messi in mobilità che finisce allo scadere dei quattro anni, dunque nella seconda metà del prossimo anno. «Abbiamo lanciato un appello alla Regione – conclude il rappresentante sindacale – perché sappiamo che non è l’unica situazione del genere in Sicilia, ma questo degli ex lavorato di Aligrup è davvero un caso disperato per cui chiediamo che il governo locale si muova per garantire un ulteriore sostegno al reddito, in particolare per chi è rimasto fuori dalle trattative».


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]