Ieri consiglio comunale straordinario per parlare del centro di accoglienza per chi richiede asilo. Ioppolo (lista musumeci) invita il presidente crocetta a farsi nominare commissario per l'emergenza emigrazione. La verita' e' che bisognerebbe cacciare i privati che gestiscono questi centri lucrando sui migranti. Affidando la gestione a soggetti pubblici
Al Cara di Mineo emergenza senza fine
IERI CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO PER PARLARE DEL CENTRO DI ACCOGLIENZA PER CHI RICHIEDE ASILO. IOPPOLO (LISTA MUSUMECI) INVITA IL PRESIDENTE CROCETTA A FARSI NOMINARE COMMISSARIO PER L’EMERGENZA EMIGRAZIONE. LA VERITA’ E’ CHE BISOGNEREBBE CACCIARE I PRIVATI CHE GESTISCONO QUESTI CENTRI LUCRANDO SUI MIGRANTI. AFFIDANDO LA GESTIONE A SOGGETTI PUBBLICI
Consiglio comunale straordinario, ieri, a Mineo. Tema: le proteste dei giorni scorsi nel centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara). Questo centro, è noto, si trova a pochi chilometri di distanza dal centro abitato di Mineo, paese della provincia di Catania, in aperta campagna.
Il Centro era stato costruito per i militari americani. Che l’hanno rifiutato. Oggi è un Centro di accoglienza per i migranti che chiedono asilo. Con enormi problemi di gestione. Per il semplice fatto che l’esigenza primaria di questo Centro non è quella di occuparsi di chi richiede asilo, ma quella di far guadagnare una barca di soldi a chi lo gestisce. La solita ipocrisia italiana.
Ieri, nel corso della seduta straordinaria del Consiglio comunale è intervenuto il parlamentare regionale, Gino Ioppolo (Lista Musumeci), che ha sottolineato la necessità di chiudere il Cara e di attivare delle strutture alternative minori attraverso i progetti Sprar”.
“Questo perché – ha detto il deputato di Sala d’Ercole – il Cara non è un modello di integrazione che ha dato grandi risultati. Siamo davanti al più grande Centro di accoglienza per richiedenti asilo dEuropa, situata lontano da un centro abitato, in aperta campagna. Ospita circa 4 mila persone. Tutte condizioni che ne determinano la non facile gestione a tutela principalmente dei migranti che hanno diritto ad una permanenza dignitosa ed umana.
Il punto è sempre lo stesso: tutte queste strutture di ‘Accoglienza’ costano un sacco di soldi ai contribuenti italiani. Ma ogni 10 euro spesi, forse 2 vengono utilizzati per i migranti, mentre 8 finiscono nelle tasche dei gestori. Questa è una della tante vergogne del nostro Paese. Dove, per fare soldi, non si esita a sfruttare anche – anzi soprattutto – i migranti.
Che si tratti di uno sfruttamento lo dimostra il fatto che queste strutture non sono gestite da enti pubblici, ma da privati. Il tutto con l’avallo del Governo nazionale. Sulla pelle dei migranti (il filmato di Lampedusa che qualche settimana fa ha fatto il giro del mondo ne è la drammatica e cruda testimonianza) e sulla pelle dei contribuenti italiani ai quali, in un momento difficilissimo, vengono fatte pagare un sacco di tasse. Lo ribadiamo: una vergogna tipica di un Paese di ipocriti e di ‘banditi’ autorizzati.
Che fare per porre fine a questa vergogna? Il primo passaggio dovrebbe essere quello di cacciare i privati e affidare queste strutture a soggetti pubblici. Eliminando gli enormi utili che oggi finiscono nelle tasche dei privati si dovrebbero abbassare i costi. Tolta la logica del profitto – ignobilmente applicata anche alla gestione dei migranti – il servizio dovrebbe sensibilmente migliorare. Ma dubitiamo che il Governo Letta-Alfano-Bilderberg farà una cosa così giusta. Anche perché a gestire questi Centri sono gli ‘amici’ del PD e del Ministro Angelino Alfano.
Il risultato è l’emergenza. “Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza – dice infatti Ioppolo a proposito del Cara di Mineo – pertanto farebbe bene il presidente della Regione Crocetta a chiedere al Governo nazionale di nominarlo commissario straordinario per fronteggiare questa emergenza immigrazione, proprio in considerazione dellassenza dellEuropa davanti ad un fenomeno epocale come questo, che non si rende conto che la Sicilia non è la prima terra a nord dellAfrica, ma è la prima regione europea su cui approdano i migranti.