Agt Multiservizi, scontro tra Comuni etnei Lavoratori in attesa e servizi congelati

C’è un’importante novità nella complessa vicenda dell’Agt Multiservizi, la società a capitale pubblico con quote divise fra i quattro comuni di Aci Castello, Tremestieri, Aci Sant’Antonio e Gravina. Nel mese di marzo l’amministrazione di Acicastello aveva stabilito che il consiglio di amministrazione dalla società fosse composto da funzionari del Comune, in modo da non gravare sulle casse della stessa partecipata e degli enti locali.

La vicenda, però, prende una piega diversa quando la decisione, contenuta in un emendamento inserito nella delibera sul rinnovo dei contratti, torna sui banchi dell’amministrazione castellese, eletta appena un mese fa. I consigli comunali degli altri centri interessati, infatti, per ragioni imprecisate non recepiscono la delibera e scelgono di non adeguarsi all’indirizzo determinato da Aci Castello. Un passaggio che, a questo punto, impone la nomina di un tecnico esterno da integrare nel consiglio di amministrazione e al quale conferire il probabile incarico di presidente. Naturalmente, corrispondendo al componente terzo del Cda della Agt una equa retribuzione.

Il motivo del contendere scaturisce dalla valutazione contraria espressa dai funzionari della società, che ritengono illegittimo l’emendamento, richiamando a loro giustificazione il decreto Bersani del 5 luglio 2006 che sancisce il principio della esclusività dell’attività strumentale. Come si ricorderà, l’Agt ha di recente recepito uno scorporamento dei servizi con la differenziazione netta tra quelli strumentali e quelli di pubblica utilità. In altre parole, viene sancita la distinzione tra i servizi di manutenzione e pulizia degli edifici pubblici, rivolti alle stesse amministrazioni, da quelli direttamente rivolti all’utenza. Da qui la costituzione di una nuova società, la Agt Servizi pubblici locali, meglio conosciuta come Agt 2.

In merito vi è anche una sentenza del Consiglio di Stato del 2009, la n. 3766, che afferma: «Le società strumentali sono strutture costituite per svolgere attività rivolte essenzialmente alla pubblica amministrazione e non al pubblico, come invece quelle costituite per la gestione dei servizi pubblici locali che mirano a soddisfare direttamente ed in via immediata esigenze generali della collettività».

Una posizione contrastante rispetto a quanto sostenuto dai funzionari del comune di Aci Castello. Fra i sostenitori della validità dell’emendamento c’è il consigliere d’opposizione, della lista civica Aci Castello Futura, Antonio Maugeri che dichiara: «Era opportuno fare un tentativo per far capire che lo scopo del Comune era quello di non creare costi aggiuntivi, puntando l’attenzione sull’abbattimento dei costi, soprattutto dal momento che questa società non offre servizi, almeno su Aci Castello. Una sorta di società fantasma. Se li metteranno in atto, a oggi, non si sa». Si ricorda che nel comune rivierasco, al momento, molti servizi rivolti all’utente sono assenti, come ad esempio le strisce blu, ancora inattive.

Secondo uno degli esponenti della maggioranza, Marco Calì, della lista civica Il paese che vogliamo, non si poteva fare altrimenti. «Abbiamo seguito la legge, ci siamo semplicemente uniformati agli altri comuni al fine anche di garantire gli stipendi ai dipendenti» dichiara.


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Dipendenti in attesa di rinnovo del contratto e servizi bloccati o affidati ad altre società. È la situazione di stallo in cui versa la partecipata che fa capo ai comuni di Aci Castello, Gravina, Aci Sant'Antonio e Tremestieri Etneo. La delibera di Aci Castello che accoglieva l'emendamento all'insegna della spending review non è stato recepito dalle altre amministrazioni comunali. Un passaggio a vuoto che porterà ad una configurazione del Cda della società con un incarico esterno

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