Agrigento: scandalo commissioni, decade il consiglio  Si dimettono in 17. «Non ci sono più le condizioni»

Il consiglio comunale di Agrigento è decaduto. Nella giornata di oggi si sono dimessi 17 consiglieri a seguito dello scandalo sulle commissioni consiliari. Viene a mancare così l’organo assembleare, dopo che a luglio anche il sindaco e la giunta della città dei Templi erano stati sostituiti da un commissario straordinario. 

«Non siamo più nelle condizioni di proseguire. Abbiamo deciso, tutti insieme, di fermarci. Continuare non avrebbe avuto più senso», ha detto oggi il presidente del consiglio comunale Carmelo Settembrino. Il riferimento alla mancanza delle condizioni adatte a continuare il mandato è legato alla vicenda delle commissioni consiliari, riunitesi nel solo 2014 1.133 volte. Cioè tre volte al giorno, festivi compresi. 

La denuncia ha raggiunto la ribalta nazionale a gennaio, quando a occuparsene era stato il programma di Rai3 Ballarò. Durante quella puntata c’erano stati anche dei fuori onda dei consiglieri. Lo scorso 3 febbraio la Guardia di finanza aveva fatto irruzione in municipio e sequestrato i verbali delle commissioni. Il giorno dopo era stata la volta della Digos, che indaga su presunte mazzette legate all’approvazione del Piano regolatore. Scandali a cui ha fatto seguito una veemente reazione popolare che nei giorni scorsi ha assediato il palazzo del Comune. 

A luglio era stato il sindaco Marco Zambuto (passato dall’Udc al Pdl al Pd) a lasciare la poltrona di primo cittadino per una condanna a 2 mesi e 20 giorni per abuso d’ufficio (poi assolto in secondo grado), e con lui è decaduta anche la giunta. 

Il 5 febbraio duemila persone sono scese in piazza, mentre il Consiglio comunale era riunito e annunciava di non poter sostituire i consiglieri dimissionari perché le Fiamme gialle avevano sequestrato anche la documentazione concernente le dimissioni. La seduta continuò con il regolamento taxi, mentre fra i cittadini che vi assistevano montava la rabbia; alcuni furono allontanati a forza dall’aula.


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