Aggressione al lungomare, i dubbi irrisolti Il questore: «Provocazioni dalle due parti»

A due giorni dall’aggressione del ciclista Raffaele Lo Savio sono ancora diversi i punti rimasti oscuri su quanto accaduto nel corso della manifestazione Lungomare liberato di domenica. Assieme all’accertamento delle responsabilità, resta da stabilire perché non sia stato predisposto un adeguato servizio d’ordine dato che entrambi gli eventi – sia quello lungo la fascia costiera che la manifestazione di protesta dei commercianti – erano formalmente autorizzati. «È assurdo che proprio questa domenica ci fossero solo i vigili urbani, mentre nei mesi scorsi erano presenti anche carabinieri, polizia e altre forze dell’ordine», ha raccontato a CTzen Danilo Pulvirenti, presidente di Rifiuti Zero e presente sul posto. Come hanno confermato i vigili urbani presenti domenica sera, a presiedere l’intero viale erano gli appartenenti al corpo comunale e solo uno è intervenuto mettendo in salvo Lo Savio e prendendo lui stesso qualche pugno, come mostrano le immagini. Una domenica impegnativa per le forze dell’ordine, già alle prese con l’incontro di calcio Catania-Bari e con lo sbarco di migranti al porto etneo.

A indagare sulla vicenda sono i vigili ai quali si è affiancata la polizia, anche se il primo intervento è stato prestato dai carabinieri. Ad aiutare in maniera decisiva, oltre alle testimonianze sia di Raffaele Lo Savio che degli altri presenti, saranno i video pubblicati immediatamente sui social network. «Visionando i filmati emerge come ci sia stata una provocazione continua da entrambe le parti – afferma il questore Salvo Longo – È poi degenerata in un’aggressione condannabile». Sulla ricostruzione dei fatti Pietro Belfiore, comandante dei vigili, non si sbilancia: «Gli autori dell’aggressione dopo si sono dileguati, non sono rimasti in flagranza. Ma non è un fatto avvenuto di notte, senza nessuno ad assistere», sottolinea. E sulla mancanza di supporto il comandante allarga le braccia: «Non so perché», si limita a commentare. «Questa città ha bisogno di tranquillità», afferma con voce pacata. «Sono due categorie sane, i ciclisti e i commercianti. Non bisogna criminalizzare nessuno». Eppure, dai commenti che si susseguono sui social network, la calma sarà difficile da riportare, con molti utenti che invitano al boicottaggio dei venditori di panini della zona con tanto di pagina Facebook ad hoc che ha già raggiunto i seimila like.

Uno dei punti più controversi è cosa sia accaduto prima, per quale motivo le tensioni tra i difensori della manifestazione e i commercianti della zona si siano accumulate in un muro contro muro. La partenza non è stata delle migliori: da una parte il comitato che ha chiesto e ottenuto la chiusura domenicale del tratto di strada che va da piazza Europa a piazza Nettuno, dall’altra i rappresentanti di categoria che hanno denunciato da subito una possibile ripercussione sugli incassi, sostenendo un calo del fatturato medio domenicale del 40 per cento. Poi il tentativo di mediazione avvenuto attraverso il coinvolgimento degli assessori Angela Mazzola e Saro D’Agata, sfociato a luglio in una serie di richieste di eventi che animassero il Lungomare presentate dal comitato.

Ma attraverso il capo di gabinetto del sindaco, Massimo Rosso, «ci hanno risposto che doveva essere sgombro, libero da qualsiasi impedimento», attacca Massimo Magrì, presidente Fipe-Confcommercio (sezione bar). «Il nostro errore – si rammarica – è stato di non aver esposto alla stampa quali fossero le nostre idee, ma averle tenute nello sgabuzzino dell’amministrazione». «A me non risulta che i commercianti abbiano presentato idee – ribatte l’assessore D’Agata – Che ben vengano, siamo disponibili», garantisce. E annuncia che al prossimo appuntamento – fissato per domenica 9 novembre – qualche iniziativa sarà organizzata dall’amministrazione. Gli imprenditori, dal canto loro, chiedono chi abbia stabilito l’allungamento di quello che «doveva essere una sperimentazione. Gli assessori – racconta Magrì – ci hanno chiesto di aspettare le quattro domeniche estive. L’esperimento si è concluso, la proroga chi l’ha data?», domanda.

L’unica cosa che accomuna tutte le parti in causa è la condanna della violenza riversatasi su Raffaele Lo Savio. Con qualche precisazione. «È un teppista – attacca Massimo Magrì – Io sono rappresentante dei commercianti, abusivi e non, di tutti quelli che portano un pezzo di pane a casa e non tollero che mi si passi accanto con la musica a volume alto mentre parlo con un assessore e cerco di far capire la mia situazione». A lui fa eco Dario Pistorio, presidente della Confcommercio etnea: «Dispiace che il sindaco vada immediatamente a visitare una persona aggredita, ma non sia venuto a fare una chiacchierata con gli esercenti e quanti volevano parlare di attività dopo quattro richieste e una conferenza stampa», afferma riferendosi alla visita del primo cittadino Enzo Bianco a Lo Savio in ospedale poche ore dopo l’accaduto. «Condanniamo l’atto di violenza, non lo ammettiamo – ripete a più riprese – ma non vogliamo che si strumentalizzi quanto fatto da qualcuno», chiarisce.

A partecipare alla manifestazione, secondo i dati della Confcommercio, sono stati «un centinaio di persone in totale», anche se dai video sembrano molti meno. E non tutti quelli che sono scesi in strada sono iscritti all’associazione o a essa vicini; negli ultimi giorni l’ente ha fatto un volantinaggio nella zona, mettendo assieme diversi esercenti con problemi comuni. «Un 30-40 per cento erano tra paninari e giostrai del lungomare», conferma Pistorio.

Proprio tra questi, secondo i testimoni, ci sarebbero gli aggressori che hanno preso di mira Raffaele Lo Savio. «Fa riflettere il fatto che i venditori di panini si siano mossi soltanto dopo le multe del mese scorso, quando la Polizia municipale sanzionò diversi di loro per aver occupato il suolo pubblico con tavoli e sedie», ha dichiarato in un comunicato l’assessore Saro D’Agata. «Sono stati fatti diversi controlli e poi è accaduto quel che è successo domenica: registro questo fatto», ribadisce a CTzen.


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