Durante le prossime udienze di luglio sono previste le arringhe della difesa. Mentre dovrebbe essere l'11 settembre la data in cui verranno emesse le condanne per i soggetti coinvolti nell'inchiesta Illegal Duty
Adrano, richieste di condanna per il clan Scalisi Da 20 a 3 anni di carcere per trentatré imputati
Va avanti il processo, con rito abbreviato, per boss e gregari del clan Scalisi di Adrano, legati ai Laudani (Mussi di Ficurina). Durante l’ultima udienza, che si è svolta dinanzi alla gup Giuliana Sammartino, la pubblica accusa rappresentata dai sostituti Assunta Musella e Alessandra Tasciotti ha avanzato la richiesta di condanna per 33 dei 39 arrestati nel luglio del 2017 con l’operazione Illegal Duty.
Mano pesante per Pietro Maccarrone, Alfredo Mannino, Nicola Amoroso, Vincenzo Biondi, Alfredo Bulla, Alessio La Manna, Giuseppe Maccarrone e Vincenzo Valastro per i quali la pubblica accusa ha chiesto 20 anni di reclusione. Per Giuseppe Mannino e Antonino Furnari richiesta una pena a 18 anni di carcere. Sedici gli anni per Pietro Severino e Biagio Mannino; per Vincenzo Pellegriti invece sono quindici gli anni chiesti.
E ancora 14 anni di prigione per Agatino Leanza; dodici per Salvatore Di Primo, Carmelo Scafidi, Agatino Perni, Angelo Bulla e Giuseppe Pietro Lucifora. Dieci anni per Antonino Leanza, Pietro Castro, Salvatore Scafidi, Sebastiano Salicola e Massimo Di Maria. Ed ancora per Claudio Zermo, Salvatore Severino, Nicola Santangelo, Giuseppe Sinatra, Mauro Giuliano Salamone, Angelo Calamato, Alfio Lo Curlo, Alfredo Pinzone, Emanuel Bua sono otto gli anni di reclusione richiesti. Per i collaboratori di giustizia Gaetano Di Marco e Giuseppe Liotta, infine le richieste di condanna avanzate sono rispettivamente di 5 anni e 3 anni e 8 mesi.
Durante le prossime udienze – fissate per il 12 luglio e il 6 e 7 settembre – sono previste le arringhe della difesa. L’11 settembre, invece, dovrebbe essere la data in cui verranno emesse le condanne. L’inchiesta Illegal Duty ha permesso di evidenziare gli accordi tra gli Scalisi e il clan Santangelo di Adrano, nel periodo compreso tra il 2014 e il 2016. I Santangelo avrebbero gestito la droga, mentre agli Scalisi sarebbe spettato il controllo del mercato di Adrano. Accertati in totale anche 22 casi tra estorsione e tentata estorsione. È grazie alle dichiarazione dei due collaboratori di giustizia che si è potuto ricostruire l’organigramma del clan con a capo c’è Pippo Scarvaglieri e sotto di lui come più fidi collaboratori Giuseppe Mannino, Carmelo Scafidi, Pietro Severino, Pietro Maccarrone, Alfredo Mannino e Vincenzo Biondi.
Mercoledì 4 luglio, intanto, sarà analizzata la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo, per gli arresti dell’operazione Adranos che lo scorso 30 gennaio ha coinvolto i presunti vertici del clan Santangelo di Adrano. Tra gli imputati, oltre al boss Alfio Santangelo, anche Nicola Mancuso che già sta scontando una condanna per droga ed è anche accusato di essere uno degli autori dell’omicidio di Valentina Salamone, la ragazza trovata impiccata in una villetta e con cui Mancuso aveva una relazione sentimentale.