«Non si poteva chiedere la turnazione dall'oggi al domani, e farla un giorno sì e un giorno no era un'aberrazione, significa ammazzare alcune attività, che sarebbero meglio cautelate se ci fosse una turnazione oraria», ha detto oggi il primo cittadino
Acqua, spunta ipotesi bypass da Scillato a Palermo Il sindaco: «Farò di tutto per impedire turnazione»
«Farò di tutto per impedire la turnazione dell’acqua. La Regione ha sbagliato a imporla dall’oggi al domani e sopratutto con questi termini, un giorno sì e uno no: un’aberrazione che avrebbe ammazzato le attività economiche, sarebbe stata meglio al limite una turnazione oraria». Con queste parole il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, a margine di un’iniziativa sul car sharing al Teatro Massimo, torna a parlare della crisi idrica nel capoluogo, cui di certo ha contribuito la rottura della condotta idrica di Scillato, che in questi anni nessuno ha pensato di riparare.
Soltanto adesso, dopo la minaccia di una class action da parte dei quartieri coinvolti, la Regione sta istituendo un’unità di crisi e il Comune ha invocato lo stato di calamità naturale nella speranza di accelerare almeno sul progetto di Scillato, mentre si lavora all’ipotesi di un bypass temporaneo in attesa dell’intervento più complessivo. «Scillato però non appartiene all’Amap», precisa il primo cittadino: l’azienda di via Volturno «non produce acqua ma la acquista da sorgenti e dighe, quindi dalla Regione, per poi distribuirla». Per Scillato «c’era un progetto dell’Aps, una banda di farabutti interessata più agli incarichi esterni che alle opere pubbliche, tanto che poi Aps è fallita senza avviare gli interventi».
«L’Amap era pronta a definire i progetti incompleti e a metterci anche soldi propri se la Regione non li finanziava – assicura Orlando -. È in questo contesto che è arrivata la siccità, che è un dato oggettivo». E che, bisogna aggiungere, la prossima estate sarà ancora più grave perché gli invasi di Poma, Scanzano, Rosamarina e Piana degli Albanesi hanno una disponibilità di meno di 73 milioni di metri cubi d’acqua a fronte di una capacità massima superiore a 200 milioni. Insomma, sono vuoti per oltre il 60 per cento. «Per questo abbiamo chiesto al governo nazionale lo stato di calamità in Sicilia e alla Regione di mettere a disposizione le risorse necessarie per il collegamento da Scillato a Palermo». Di certo non si può dare la colpa solo alla siccità se ora 150mila palermitani rischiano di ritrovarsi con i rubinetti all’asciutto: un vero guaio soprattutto per le attività di ristorazione.
Acqua sprecata, come a Scillato, dove ogni secondo 600 litri di minerale si riversano in mare. O inquinata: in questi anni le opere pubbliche di depurazione e disinquinamento sono state al centro di un’estenuante battaglia politica tra Comune e Regione. Ora pare che il governo Gentiloni sia pronto a nominare un commissario nazionale per accelerare sui lavori e sfuggire alle sanzioni milionarie dell’Ue. La conseguenza sarà la revoca degli incarichi commissariali – a partire dall’assessore regionale all’Energia Vania Contrafatto – assegnati dal governo Renzi in tutte le regioni. «Avevamo già rappresentato al governo nazionale con una nota dettagliata, all’epoca richiestaci dal sottosegretario Claudio De Vincenti – sottolinea il Professore –, le anomalie di questo modo di intendere il commissariamento. Riteniamo che sia un non senso affidare poteri commissariali allo stesso organo che ha determinato i ritardi nella realizzazione delle opere».
«Ho anche inviato una nota alla Corte dei Conti e alla Procura – rammenta Orlando – perché questo balletto al quale abbiamo assistito non soltanto allunga i tempi di realizzazione delle opere del sistema fognario ma rappresenta anche un danno erariale perché saltano le previsioni dei prezzi e occorre aumentare le dotazioni finanziarie. Abbiamo ritenuto doveroso mettere per iscritto e puntualizzare la nostra posizione a futura memoria. Questi lavori sono stati ritardati dalla Regione, che nonostante il Comune avesse tutti i progetti esecutivi pronti per il bando, ha ritardato di oltre un anno l’assegnazione delle somme. Dopodiché, invocando il mancato avvio dei lavori, la stessa Regione, che non emanava le somme, ha chiesto di essere nominata commissaria. E il governo, con una scelta assolutamente priva di senso, ha nominato come commissario lo stesso organo responsabile dei ritardi. Ora finalmente mi pare che ci sia un ravvedimento». Tra i nomi papabili al ruolo di commissario nazionale, però, ci sarebbe proprio quello di Contrafatto. «Speriamo che questo ravvedimento non porti a nominare commissario nazionale qualche responsabile dei ritardi precedenti», taglia corto Orlando.