Una settimana di tempo per presentare delle soluzioni. Questo l'esito di una riunione tenutasi oggi in prefettura tra i dirigenti dalla società partecipata che gestisce il servizio idrico a Catania e i vertici dell'Autorità portuale, rea di non riparare la rete ormai inadeguata. «Noi siamo decisi sulla nostra linea, le perdite non sono un costo che la Sidra, e quindi il Comune, può sostenere ancora», dice Emilio Giardina presidente Sidra. Che ha proposto al porto di gestire la rete in attesa dei lavori già finanziati
Acqua al porto, la Sidra concede 7 giorni Giardina: «Attese proposte dall’Autorità»
Una settimana di tempo per «presentare delle proposte in risposta al problema della perdita dell’85 per cento dell’acqua fornita all’interno del porto». Così Emilio Giardina, presidente di Sidra – la società partecipata dal Comune di Catania che gestisce la fornitura d’acqua nel capoluogo etneo – riassume l’esito della riunione odierna con i vertici dell’autorità portuale. L’incontro, voluto dal prefetto Maria Guia Federico, è servito sia a fare il punto sulla contrapposizione tra la società e l’ente, sia a concedere la proroga. I sette giorni di tempo serviranno all‘Autorità portuale per trovare una soluzione alternativa alla cessazione della fornitura idrica minacciata dalla Sidra. «Noi siamo decisi sulla nostra linea – spiega Giardina -, anche nell’interesse della cittadinanza catanese, perché una perdita di 22 litri per ogni 4 erogati non è un costo che la Sidra, e quindi il Comune, può continuare a sostenere», spiega il presidente della società.
L’auspicio di Giardina è dunque quello «che vengano incontro alle nostre richieste. E’ vero che hanno già ricevuto il finanziamento per la nuova rete idrica, ma comprendendo anche fognature e impianto antincendio. passeranno 3 o 4 anni ancora con queste perdite: intanto – prosegue Giardina – noi attendiamo dal 2007, quando un protocollo d’intesa fissò il termine ultimo per il completamento della ret al 2010. Sono già passati sette anni», spiega.
La proposta della Sidra non si discosta, dunque, da quanto richiesto precedentemente: «Noi forniremo l’acqua, ma la distribuzione e la gestione della rete interna dovrà essere a carico dell’Autorità portuale, che affiderà il servizio a un fornitore esterno. E’ una soluzione già adottata in altre parti d’Italia», conclude il presidente della Sidra.