Aci Sant’Antonio, museo del carretto a rischio chiusura Otto mesi e più di 900mila euro dopo l’inaugurazione

A meno di otto mesi dall’inaugurazione, il museo del carretto siciliano di Aci Sant’Antonio rischia di chiudere i battenti. L’ipotesi è stata paventata pochi giorni fa dopo un sopralluogo compiuto dai vertici dell’amministrazione santantonese con i tecnici della Provincia – ente proprietario – per constatare i danni subiti dall’immobile per il maltempo abbattutosi nelle scorse settimane sulla costa ionica. Le violente piogge hanno causato, infatti, il cedimento di parte della copertura con uno scivolamento delle tegole a cui sono seguite le prime infiltrazioni. Ciò ha portato alla chiusura della sala conferenza e al transennamento di parte dell’ingresso, senza contare il pericolo di danneggiamento per le opere esposte.

In attesa di capire se all’origine dei danni, oltre alle forti precipitazioni, possano esserci state inadempienze da parte di chi ha lavorato per la ristrutturazione dello stabile di via Vittorio Emanuele, per i santantonesi e tutti gli amanti dell’arte del carretto siciliano non rimane che fare letteralmente i conti con i numeri. Nello specifico, quelli riguardanti i costi della messa in essere del museo. Lo spazio espositivo ha visto la luce nel luglio dello scorso anno alla fine di un iter decennale costato alle casse della Provincia ben 839mila euro per la ristrutturazione, a cui vanno aggiunti 150 milioni di lire con i quali agli inizi degli anni Duemila l’allora presidente, Nello Musumeci, acquistò l’immobile. Da allora lo stabile, prima di essere aperto al pubblico, ha attraversato altre due presidenze – quelle di Raffaele Lombardo e Giuseppe Castiglione – e il commissariamento voluto dal governatore Rosario Crocetta nell’ambito della tanto discussa, e ancora inattuata, riforma delle province.

Ed è proprio la precarietà che contraddistingue in questi mesi le attività dell’ente provinciale che potrebbe rallentare l’avvio dei lavori di recupero del museo: «Lo stabile ha subito danni al tetto che a loro volta hanno causato conseguenze all’interno – fanno sapere dagli uffici –. Attendiamo notizie dalla Provincia, poiché si tratta di manutenzione straordinaria e non spetta a noi intervenire». A causare lo scivolamento delle tegole potrebbe essere stato non solo il maltempo ma una particolare pendenza del tetto: «Non è da escludere. Si tratta di un immobile antico, forse in origine bisognava intervenire per diminuire la pendenza. Ma se siano stati spesi bene gli 839mila euro non spetta a noi stabilirlo». Per sapere se l’accesso al museo verrà interdetto o si riuscirà a tenerlo aperto bisognerà attendere segnali dalla Provincia: «Riteniamo ci possano essere possibilità di consentire l’accesso in sicurezza, nell’attesa che partano i lavori. Ma è una decisione – concludono gli uffici – che, come detto, non spetta a noi ma all’ente provinciale».

Sulla questione, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Santo Caruso, titolare della delega alla Cultura, si dichiara speranzosa di ricevere segnali in breve tempo: «Abbiamo inviato una relazione su quanto riscontrato nel corso del sopralluogo – dichiara il primo cittadino – e siamo in attesa di ottenere una risposta. Da parte nostra riteniamo che, al di là delle piogge, sia evidente che i lavori di ristrutturazione non sono stati fatti a regola d’arte. Il nostro interesse oggi – continua Caruso – è che si possa intervenire al più presto per evitare un peggioramento delle condizioni». A sottolineare l’importanza di fare in modo che il sito venga ripristinato prima possibile è anche l’assessore all’Istruzione, Maria Grazia Leone: «In questi otto mesi tante sono state le scolaresche che hanno fatto richiesta di visitare il museo del carretto. Si tratta di un bene che va tutelato, nell’interesse di tutti».


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