Aci Catena, l’ex sconfitto Petralia torna in corsa «Con noi nessuna scorciatoia verso l’illegalità»

Francesco Petralia, oggi presidente dei commissari liquidatori delle Terme di Acireale e dipendente componente della segreteria tecnica dell’assessore al Bilancio Alessandro Baccei. Alle scorse elezioni sconfitto da Ascenzio Maesano, oggi si ricandida candidato sindaco del centrosinistra coadiuvato da il segretario Regionale del Partito democratico Fausto Raciti e il deputato di Sicilia Futura Nicola D’Agostino

Come nelle ultime elezioni, oggi, lei è di nuovo indicato come il maggior competitor del centrodestra, stavolta capeggiato da Nello Oliveri. Cosa la porta a rinnovare questa scelta?
«La scorsa candidatura partiva da tre anni di lavoro, quando abbiamo risanato l’ente nei suoi fondamentali. Eravamo riusciti a incanalare decreti per quaranta milioni di euro; negli ultimi anni andati perduti. Chi è andato a governare ha potuto godere di una parte di queste risorse. Oggi, rispetto al 2012, c’è stata la presa di coscienza della coalizione di centrosinistra e di una buona parte di società civile nel sostenermi: la sollecitazione di queste forze mi ha convinto ad assumermi questa responsabilità.

In questi giorni di campagna elettorale la si vede spesso in città. Eppure negli ultimi anni sembra essere mancato dalla scena pubblica. Non è molto legato ad Aci Catena? Perché i catenoti dovrebbero eleggere Francesco Petralia?
«In questi ultimi anni, la mia assenza fisica è stata dovuta al fatto che dal 2013 ho avuto degli incarichi che mi hanno tenuto impegnato. Sono stato componente della segreteria tecnica dell’assessorato all’Agricoltura, commissario straordinario dei consorzi di bonifica della Sicilia orientale e, infine, ho fatto parte della segreteria dell’assessorato al Bilancio, in Regione. Questo non mi ha permesso, però, di stare lontano dalle dinamiche amministrative. Nei tanti anni, col mio impegno, ho dimostrato di avere amore per Aci Catena. Con queste competenze e con i contenuti necessari, possiamo dire alla città che siamo in grado di governare».

Si arriva a queste elezioni dopo la vicenda gettonopoli, che ha visto sette consiglieri rinviati a giudizio con l’accusa di falso e truffa ai danni dello stato. Ma, soprattutto, il prossimo sindaco dovrà sostituire Ascenzio Maesano, adesso agli arresti domiciliari con l’accusa di aver intascato tangenti. La politica ad Aci Catena ha bisogno di ritrovare la giusta condotta morale?
«Assolutamente sì. Bisogna riuscire a condurre la pubblica amministrazione in maniera concettualmente trasparente. Nello specifico, bisogna avere una visione organica della macchina amministrativa che, se ben organizzata, non asseconderà varie scorciatoie che rischiano di portare all’illegalità».

Cosa ne pensa di Ascenzio Maesano? Cosa ne pensa delle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto?
«Non possiamo che prendere atto di quanto successo e fare decidere alla magistratura. Quello che è emerso ha marchiato a fuoco la città in senso negativo. Sul Maesano uomo politico, non dimentico quella breve parentesi che ci ha visto collaborare proprio per contrastare Oliveri, in quanto ritenevamo negativo il modo in cui lui aveva agito e come aveva concepito l’amministrazione. Poi, col tempo, le strade si sono divise. E, dal 2001 ad oggi, non abbiamo più avuto visioni comuni».

A gennaio del 2015, lei insieme al deputato Raffaele Nicotra e al consigliere di Aci Sant’Antonio Salvatore Sorbello siete stati accusati di aver maturato indebiti rimborsi per un rapporto di lavoro considerato fittizio. Lei, inoltre, venne accusato di aver percepito indebiti rimborsi per altri incarichi. Vennero pignorati beni per il valore di 90mila euro, poi il tribunale del riesame decise di annullare il procedimento. Le indagini a suo carico sono continuate? Per quale motivo ha deciso di candidarsi nonostante a suo carico ci sia un’indagine della magistratura?
«Questa vicenda è chiusa: per questo mi ricandido. Ci siamo attenuti alle norme, secondo cui le ore di lavoro possono essere rimborsate dal Comune. Io personalmente ero in aspettativa, quindi ho maturato dei rimborsi solo a livello contributivo, visto che percepivo soltanto l’indennità da vicesindaco. In più, mi sono stati contestati 920 euro, riportati in una determina di rimborso spese. L’accusa riguardava l’ammontare delle spese per l’elezione a Vescovo di monsignor Sciacca, dove io sono stato rappresentante per conto del Comune insieme ai vigili urbani: il gonfalone e le attrezzature costarono quella somma. Entrambe le accuse sono state smontate, non c’è stato ricorso a questo procedimento da parte della procura».

Lei vanta una coalizione frutto degli accordi politici delle segreterie di partito più importanti in Regione: il suo gruppo non rischia di essere ostaggio degli onorevoli regionali?
«No, la mia candidatura è legata esclusivamente al territorio. Chi ha sollecitato la mia candidatura, sa che è volta solo ad Aci Catena. La mia è una scommessa totalmente catenota, che nasce dal territorio».

In cosa vi sentite differenti rispetto al centrodestra, visto che alcune figure che compongono la sua ampia coalizione, in passato, hanno sostenuto Maesano? Come si comporterà con i consiglieri della sua coalizione rinviati a giudizio per la vicenda Gettonopoli?
«Abbiamo messo in piedi un gruppo estremamente coeso, parliamo di presenze con una valenza politica. I soggetti che mi appoggiano hanno una visione ampia, una coalizione con cui possiamo intraprendere un cambio di passo. Oliveri ha sommato singoli pezzi che non hanno la sensibilità politica tale da permettere questo cambiamento. Per quanto riguarda i consiglieri rinviati a giudizio, sappiamo che la legge Severino, qualora arrivasse una condanna, prevede automaticamente la sospensione del soggetto».

Una volta insediatosi al palazzo di Città, quali saranno i punti a cui darà maggiore priorità? Cosa intende fare nell’immediato per rendere più efficiente la raccolta differenziata?
«C’è bisogno di rivedere l’organizzazione degli uffici e invertire i classici meccanismi fino a oggi vigenti. Punteremo prima di tutto su servizi, politiche sociali, gestione del bilancio e dei tributi efficiente; l’attività culturale sarà un altro cardine importante. Attorno a questi punti costruiremo l’organizzazione del Comune. Bisogna potenziare il servizio di raccolta differenziata: oggi carente e insufficiente nelle risorse. La nostra azione punta alla sensibilizzazione della raccolta e sul sistema sanzionatorio».

Aci Catena corre il pericolo di un dissesto finanziario? Abbiamo gli anticorpi per aggirarlo?
«Per fare un’attenta analisi si devono poter leggere le carte. Il bilancio potrebbe essere anche in equilibrio, ma è vero che c’è una difficoltà concreta di liquidità. Se ci fossero debiti da coprire nell’immediato, saremo in difficoltà; diversamente, se ci fosse modo di pianificare questi debiti, si potranno valutare altre soluzioni tecniche».

L’ex sindaco Ascenzio Maesano in un intervista affermò che ad Aci Catena non era presente una componente mafiosa, ma soltanto un piccola realtà delinquenziale. Lei è dello stesso avviso?
«Non vi è dubbio che le cronache dei decenni scorsi hanno contrassegnato Aci Catena come territorio colpito dall’infiltrazione mafiosa. Il problema è presente, ma, dall’altra parte, c’è la quasi totalità dei catenoti: cittadini che sono lontani da queste dinamiche. Dobbiamo lavorare per rafforzare quest’ultimo versante».

Oggi, lei fa parte del triumvirato di commissari che gestisce le Terme di Acireale. Come si comporterà nei confronti di questo ruolo se sarà eletto sindaco?
«In questo momento sono compatibile con il ruolo e lo sarei anche se fossi eletto. Mi piacerebbe comunque assolvere all’incarico, perché Aci Catena gioca un ruolo importante, visto che le nostre acque termali alimentano anche le terme di Acireale. Se venissi eletto, mi piacerebbe continuare a lavorare per questo istituto e Aci Catena potrebbe trarne benefici. Se, però, si riterrà inopportuno far coincidere questo ruolo con quello di sindaco – anche per eventuali decisioni da parte della Regione -, sarò pronto a fare un passo indietro».

In base all’accordo stipulato tra l’Anci e il governo, Aci Catena potrebbe accogliere 2,5 migranti ogni mille abitanti: sarebbe d’accordo?
«Sarei d’accordo, ma dovremmo capire anche le nostre reali capacità di accogliere. Ad Aci Catena abbiamo registrato numerose famiglie sotto la soglia di povertà, i dati ci mostrano gravi disagi sociali. La priorità è quella di risolvere la povertà presente nelle famiglie. Poi è chiaro che faremo la nostra parte con spirito, oserei dire cristiano. Sotto questo senso ci atterremo alle misure di governo».

Piano regolatore generale: ci saranno variazioni? Sarà ancora possibile edificare?
«In passato ho lavorato al Prg, immaginandolo un come un piano che non miri all’ampliamento abitativo fine a se stesso. Abbiamo portato avanti il progetto di perequazione, che ci permetteva di non occupare molto territorio: quel poco in cui si edificava doveva essere funzionale ad una riqualificazione urbanistica. Oggi, l’intenzione è ancora quella: liberare le aree dove non si può più costruire, mettendo nelle condizioni i costruttori di edificare nelle zone dove è possibile farlo. Ma deve essere sempre funzionale alle esigenze del territorio». 


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