Lo stato attuale delle grandi manovre suggerisce che, ad Aci Castello, la successione del sindaco uscente e non più candidabile Filippo Drago assumerà la forma di una corsa a tre. Due nomi sono consolidati da diverso tempo: lo è da mesi, per esempio, quello del 30enne Antonio Maria Bonaccorso, unico consigliere comunale in carica del Movimento 5 stelle. Così come è ufficiale da qualche giorno il nome del 53enne Carmelo Scandurra, attuale presidente del Consiglio comunale, uomo di destra folgorato non sulla via di Damasco, ma su quella del deputato regionale dem Luca Sammartino. Il terzo nome è sulla rampa di lancio: nelle scorse ore, il centrodestra avrebbe trovato la quadra intorno al nome di Ignazia Clara Carbone, detta Ezia, insegnante 40enne, in questo momento vice di Drago. Non ci sono ancora dichiarazioni ufficiali, ma off the records la sua presenza nella partita è ormai fuori discussione. Al momento altre candidature a sindaco non sembrano probabili. E c’è un caso Lega: due giorni fa, con una nota, Scandurra ha inserito i salviniani nel florilegio di liste – sei – che andranno alle urne in suo sostegno. Ma il riferimento provinciale Fabio Cantarella frena. «Noi – dice a MeridioNews – siamo al tavolo del centrodestra».
Che succede, dunque, ai leghisti di Aci Castello? «Là sul posto c’è il consigliere comunale Santo Grasso – spiega Cantarella – che ha avuto fretta di fare accordi, di chiudere. Ma io gliel’ho detto: può fare gli accordi che vuole lui, ma alla fine saremo io e il commissario regionale Stefano Candiani a decidere dove andrà il simbolo». Una sconfessione categorica. Per altro, gli abboccamenti con il centrodestra sarebbero già al petting politico. «Domenica – rivela Cantarella – abbiamo fatto una riunione importante con Salvo Pogliese e gli altri rappresentanti dei partiti, e in più c’erano Franco La Rosa (ex assessore, uno dei nomi papabili per fare il candidato sindaco, ndr) ed Ezia Carbone». Ma Carmelo Scandurra non arretra. «Noi – dice il candidato sindaco – abbiamo chiuso questo accordo a livello locale, non abbiamo partecipato ad alcun incontro nelle segreterie catanesi. Da quel che ne so io – prosegue Scandurra – Angelo Murabito, insieme a Santo Grasso, è il rappresentante della Lega per Aci Castello, tanto è vero che qualche settimana fa è stato indicato come responsabile del partito. Io l’accordo l’ho chiuso con loro – ribadisce – che hanno firmato a nome della Lega». In una simile confusione, il Pd di Aci Castello, con un post su Facebook, ha dichiarato di non sentirsi rappresentato da nessuno, «per l’impossibilità di trovare una convergenza con altre forze politiche in campo sul territorio».
La frantumazione del centrodestra draghiano «con tutti dentro» (dalla Lega fino all’area Sammartino) ha prodotto le candidature di Scandurra e Carbone. Il primo, con un passato nel Movimento sociale e poi in Alleanza nazionale, si ritrova a guidare la coalizione che più assomiglia a una cosa di centrosinistra. Più centro che sinistra, comunque. E l’eccezione, come detto contestata, della formazione Lega per salvini Premier. «Un progetto civico», lo ha definito lui nel rituale comunicato di lancio del guanto di sfida. Frattanto, i suoi riferimenti regionali hanno rubato qualche pezzo allo schieramento conservatore. Due giorni fa, con dichiarazioni di fuoco, è stato lo stesso Drago a far emergere l’accordo tra Scandurra e i tre attuali assessori comunali Salvatore Danubio, Massimiliano Di Modica e Sebastiano Romeo. Per di più nessuno di loro ha ancora lasciato la giunta. Proprio Danubio, qualche settimana fa, sembrava poter insidiare il presidente del Consiglio comunale come possibile sindaco. Carmelo Scandurra avrà dalla propria parte sei liste. O cinque, se alla fine la Lega andrà di là.
Di là, a destra, Ezia Carbone ha dovuto sopravanzare una fitta concorrenza, tutta maschile. Apprezzata da Drago – che allestirà una lista a suo sostegno – rientrata in Forza Italia dopo un’esperienza nel Nuovo centro destra di Angelino Alfano, il suo nome ha «vinto» una rosa di nomi in cui le altre possibilità erano l’assessore uscente Sebastiano Romeo (che alla fine, come detto, si è sistemato nell’altra metà del campo) e il commercialista Tito Giuffrida. Oltre che il già menzionato Franco La Rosa. Respinta la suggestione delle primarie, il profilo di continuità con l’amministrazione attuale e l’accelerazione di Scandurra hanno convinto i ras della destra a rompere gli indugi. Qui le liste saranno sei o sette, con il solito problema della Lega.
Chi non deve mettersi troppo a contare è Antonio Maria Bonaccorso, uomo di un Movimento cinque stelle che, con la sua consueta lista unica, vede lo spiraglio per infilarsi nelle contraddizioni della politica tradizionale. I grillini sono usciti allo scoperto per primi, il 5 febbraio. «Perché, a differenza degli altri schieramenti – dichiarò in quell’occasione Bonaccorso – non dobbiamo eseguire diktat imposti dall’alto e non dobbiamo seguire logiche da vecchia politica per la spartizione di poltrone». Il consigliere comunale ha tenuto una linea di netta opposizione all’amministrazione Drago, cercando di aprire spazi in aula per cavalli di battaglia pentastellati come la lotta al gioco d’azzardo e ai gettoni multipli per le commissioni consiliari.
Riceviamo e pubblichiamo da Angelo Murabito, responsabile della Lega ad Aci Castello:
«Mio malgrado devo prendere atto delle dichiarazioni a Voi rilasciate dall’amico Fabio Cantarella il cui contenuto si pone in chiaro contrasto con le posizioni e le scelte già assunte dalla Lega a livello cittadino nel comune di Aci Castello. Ovvero circa la decisione assunta da me, nella qualità di responsabile cittadino della Lega, e di Santo Grasso, nostro rappresentante in consiglio, di sostenere il progetto civico che punta alla candidatura di Carmelo Scandurra quale primo cittadino per la prossima ed imminente tornata elettorale. Iniziative, tra l’altro, per amore della verità, di cui ho sempre notiziato i vertici provinciali e regionali, e, per quanto posso testimoniare, anche condivise. A questo punto, per quanto riguarda La Lega, rimetterò la questione al responsabile Enti locali della provincia di Catania, Anastasio Carrà, a cui per direttive interne del partito, compete la presentazione delle liste per l’approvazione al commissario regionale Stefano Candiani».
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