AAA. Cercasi rispetto in televisione

“Me ne stetti zitto nella sventura,
ma si esasperò il mio dolore”
“dal Salmo 39 (38)”
 
 
Sono una telespettatrice, lo confesso. Anch’io, dopo una lunga giornata alle prese con le ultime interrogazioni, con l’amica pettegola, con il ragazzo che “non mi fila”, con mia madre e le sue prediche, siedo sul divano, impugno il telecomando e quasi passivamente mi lascio travolgere dalle rutilanti immagini che la “prodigiosa scatola parlante” mi offre. Eccomi allora seguire con curiosità tipicamente femminile l’ultimo flirt della “velina” o il finto scandalo suscitato dal seno rifatto della bellona di turno che affronta imperterrita a colpi di bisturi la propria battaglia contro il tempo e riempie di silicone i propri vuoti esistenziali.
Sono una telespettatrice, sì, ma spesso, nell’ultimo periodo specialmente, me ne vergogno. Mi mortifica l’idea di essere anch’io in balìa di mezzi informativi senza scrupoli.
Non posso fare a meno di meravigliarmi della nostra incoerenza: con veemenza affermiamo che i nostri simili vanno difesi nella loro dignità di “canne pensanti” e poi non ci facciamo scrupolo di metterne in luce le difficoltà, non appena se ne presenta l’occasione.
A mio parere l’uomo, in particolar modo al giorno d’oggi, non è mai davvero capace di affrontare la caducità del vivere: infatti o la sfugge e si rifugia nello stereotipo di un corpo levigato, privo di imperfezioni ed eternamente giovane, oppure vi si immerge, vi indugia quasi a dimostrare di non averne paura. La superficialità e la ricerca spasmodica di emozioni forti ci affliggono ormai come un cancro metastatizzato e divorante. I mezzobusti dei telegiornali e gli pseudo-filosofi sarebbero capaci di definire “informazione realistica” questa corsa sfrenata all’ultimo “scoop”. L’uomo moderno è ormai avvezzo, si dice, alla vista di sofferenze, di volti segnati, di sguardi vacui. L’uomo moderno cerca la violenza perché troppo raramente ha conosciuto altro. 
Mi chiedo quando la parola “rispetto” smetterà di essere soltanto una voce sul dizionario. Rispetto è ciò che pretendiamo dagli altri, ma spesso non ci preoccupiamo o semplicemente non siamo in grado di darne.
Abituati come siamo al frastuono, abbiamo probabilmente voluto dimenticare che il dolore è anche e soprattutto silenzio.


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