In occasione dei settanta anni dalla strage i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil hanno reso omaggio stamane alle vittime. Una giornata dedicata ai temi del lavoro che quest'anno ha il suo cuore proprio nella località vicino a Piana degli Albanesi. Presente anche la presidente dell'Antimafia
A Portella sindacati, cittadini e istituzioni «Siamo qui per il coraggio avuto allora»
«Se oggi siamo qui è per il coraggio che abbiamo avuto allora», dice Serafino Petta, 86 anni, sopravvissuto alla strage di Portella della Ginestra, per rimarcare che quell’eccidio non è riuscito a cambiare il corso della storia, in occasione della ricorrenza dei 70 anni. «No, abbiamo continuato, questa è stata la nostra forza. Certo nei primi giorni non si capiva nulla, i dirigenti erano sempre in stato di assedio. Ma dopo un mese siamo saliti a Portella a commemorare i morti e da Piana degli Albanesi il corteo non finiva mai».
Una strage sulla quale non è stata fatta piena luce e sulla quale «ci confronteremo con il comitato e se c’è ancora del lavoro da fare lo faremo e non credo che dopo tutti questi anni qualcuno potrà opporsi». Lo ha detto la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi presente oggi nella località vicino a Piana degli Albanesi a chi le chiedeva se può fare un appello per l’apertura degli archivi e per trovare la verità mancante sull’eccidio del 1947. «Lavoro giustizia e verità tornano dopo 70 anni – ha detto Bindi -, perché non è ancora stata fatta verità». «Una verità è stata chiarita: a Portella sparò il bandito Salvatore Giuliano – ha proseguito Bindi -. Che armò le sue mani fu la mafia e la capacità di creare complicità con i poteri politici ed economici dell’epoca. Oggi la mafia continua a essere contro il riscatto dei lavoratori e contro qualunque forma di emancipazione e continua a inquinare la qualità della vita democratica».
In occasione dei settanta anni dalla strage I segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, hanno reso omaggio stamane alle vittime della Strage di Portella della Ginestra, nel cimitero di Piana degli Albanesi. Prima tappa della giornata dedicata ai temi del lavoro che quest’anno ha il suo cuore proprio a Portella della Ginestra. Davanti alla cappellina dove sono state raccolte le vittime dell’eccidio di 70 anni fa, una piccola folla di amministratori, sindacalisti e cittadini ha partecipato a un breve momento di preghiera guidato dal vescovo di Piana. Poi sono stati letti i nomi delle vittime e un carabiniere ha suonato con la tromba Il silenzio. Anche i gonfaloni della Città di Palermo e della Città metropolitana sono stati oggi presenti alle manifestazioni anniversario dell’eccidio di Portella della Ginestra, accompagnati dal sindaco Leoluca Orlando. Dopo il corteo la celebrazione, in una giornata di pieno sole, si è spostata a Portella della Ginestra sul Memoriale della strage, dove i segretari confederali hanno tenuto i propri discorsi.
«L’emergenza prioritaria del paese è la disoccupazione giovanile, la creazione di lavoro la politica degli investimenti». Ha detto la segretaria nazionale della Cgil. «Se non riparte un investimento pubblico dedicato anche a curare il nostro Paese, raccontare ai giovani che ci sarà per loro una prospettiva di lavoro è falso». Poi un accenno alla crisi Alitalia dalla quale «se ne esce a partire da un piano industriale che abbia una effettiva credibilità di rilancio. Se ne esce attraverso il guidare e il partecipare a un processo che lasciato ai vari capitani coraggiosi ha portato al secondo fallimento».
Il segretario generale della Uil per invita a «fare ripartire il mezzogiorno per far ripartire l’Italia». «Bisogna lottare per la legalità, ma nello sviluppo» ha detto a margine del corteo per la festa dei lavoratori. Infine la segretaria della Cisl sottolinea che «se c’è una cosa che la crisi ha insegnato al Paese è che o tutto il Paese riparte, a partire dal Sud, o non supereremo mai totalmente la crisi».