A Mari Albanese va il Premio Donna Siciliana 2017  «C’è solidarietà al femminile, come a casa di Felicia»

Un riconoscimento tutto al femminile, «contro il luogo comune le donne odiano le donne». Il Premio Donna Siciliana 2017 per l’impegno civile e letterario è stato assegnato all’insegnante di filosofia e scrittrice Mari Albanese. Assessora alla cultura del Comune di Alimena, da anni impegnata nei movimenti antimafia e nella divulgazione della cultura della legalità, è stata autrice di diverse pubblicazioni. Studiosa e appassionata di tradizioni popolari, ha pubblicato diverse opere che raccolgono le sue ricerche sui canti polivocali del suo paese d’origine. 

Albanese domenica 2 luglio, all‘Anfiteatro Falcone Borsellino del Comune di Zafferana Etnea, in provincia di Catania, è tra le altre persone che riceveranno il prestigioso riconoscimento, giunto alla sua sesta edizione. Il Premio, ideato nel marzo 2012 dall’Associazione catanese Comunicazione Globale, ha il patrocinio del Comune di Zafferana e della Presidenza della Regione Siciliana. «Il fatto di essere stata scelta da altre donne per ricevere il premio, perché in questo caso devono essere altri a menzionarti al gruppo che poi sceglie i premiati, mi ha emozionata molto. Perché evidentemente hanno riconosciuto nel mio impegno qualcosa di positivo. Di solito noi donne veniamo etichettate come quelle che odiano le altre donne. Invece io devo dire che rispetto al mio lavoro, sia come insegnante che nell’ambito della scrittura e dell’impegno civile, ho riscontrato molta stima e solidarietà al femminile. Forse anche perché le ho incontrate anche in contesti come la casa di Felicia Bartolotta, grazie ai quali si sono creati rapporti empatici, di intelligenza emotiva, che non contemplano il sentimento dell’invidia». 

Fra le diverse pubblicazioni di Mari Albanese, Il cielo sopra Palermo è sempre più grigio (Qanat Editore), in cui sono raccolte le tante passeggiate letterarie di questa intellettuale madonita, ma palermitana d’azione. È uno sguardo su Palermo, ma anche su noi tutti. Nelle pagine del suo libro c’è molto dell’anima di una città. Un’anima ferita, spesso, da chi non la ama e l’ha sempre considerata come terra di conquista. «Palermo è una città che stenta a volare. Anche se ha ottenuto riconoscimenti come capitale della Cultura e dei giovani e Orlando ha dato sicuramente una grande spinta con una buona politica, però ancora stenta a spiccare il volo. E questo lo dico senza problemi anche a dispetto di un malcostume diffuso tra molti palermitani, che evidentemente non amano fino in fondo la propria città. E poi non ci dobbiamo nascondere dietro un dito, nel senso che è una città piena di cultura e di arte ma anche piena di violenza e di povertà. Insomma grandi potenzialità ma il rinascimento palermitano ancora non lo vedo».

Albanese, in prima linea nell’impegno antimafia, ha realizzato un’intervista inedita a Felicia Bartolotta, Felicia. Tributo alla madre di Peppino Impastato (Navarra editore). «Ho frequentato casa di Felicia per molti anni perché sono stata tra i fondatori del Forum sociale antimafia nel 2002. In qualche modo con lei avevo un rapporto personale. Quello che mi ha colpita, ricordo l’intervista come se fosse ieri, è stato il fatto che lei aveva la capacità di comunicare, con il suo dialetto, con tutti, sia con noi siciliani che con i ragazzi che arrivavano da tutte le parti di Italia e anche del mondo. Ma anche la sua forza e sua apertura rispetto ai giovani. Un’apertura che trasmetteva i suoi valori positivi. Perché quello che ribadiva sempre era “voglio giustizia non voglio vendetta” e “il regalo più bello che mi poteva fare mio figlio anche dopo la sua morte è stato quello di avervi tutti qua adesso e ora posso raccontarvi la storia di Peppino“, di Giuseppe come lo chiamava lei». 

È anche autrice del racconto Ci vediamo al palo 12, una storia d’amore ambientata tra le trame del movimento del ’77 tra una studentessa della sinistra extraparlamentare ed un funzionario della Cgil, con un tributo alla creatività del fumettista Andrea Pazienza. «Ho lavorato a una ricerca da diversi anni sul mondo della sinistra extraparlamentare a Palermo negli anni tra il ’68 e il ’77 attraverso un’esperienza molto particolare che fu la rivista Praxis di Mario Mineo e di tutti gli intellettuali che giravano attorno a questa come la famiglia Sellerio. Il nipote di Mineo, Corradino, è stato poi per molto tempo direttore della rivista prima di trasferirsi a Torino». Un aspetto interessante di questo prodotto editoriale per Albanese sta nel fatto che avesse «redazioni in tutta Italia e quindi non c’era una visione non soltanto siciliana dei movimenti ma molto più ampia». La ricerca adesso è conclusa e l’autrice spera di poterla pubblicare a breve. 

La cerimonia di premiazione sarà presentata da Antonio Omero e Valentina Fiorenza con la partecipazione straordinaria di Liana Fiorenza, Cristal Sardo e Stefano Omero e con la performance della ballerina Stefania Arianna Di Pietro e di altre giovani promesse del panorama artistico siciliano.


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Parla l’insegnante di filosofia e scrittrice alla quale è andato il riconoscimento per l’impegno civile e letterario. Autrice di numerose pubblicazioni come l'’intervista inedita alla mamma di Peppino Impastato, ha concluso una ricerca sul mondo della sinistra extraparlamentare a Palermo tra il '68 e il '77,  letto attraverso l'esperienza della rivista Praxis di Mario Mineo

Parla l’insegnante di filosofia e scrittrice alla quale è andato il riconoscimento per l’impegno civile e letterario. Autrice di numerose pubblicazioni come l'’intervista inedita alla mamma di Peppino Impastato, ha concluso una ricerca sul mondo della sinistra extraparlamentare a Palermo tra il '68 e il '77,  letto attraverso l'esperienza della rivista Praxis di Mario Mineo

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