L'associazione femminista, in occasione del ventesimo anniversario della sua fondazione, ha festeggiato ieri con un evento al palazzo della Cultura nel quale si sono incontrati l'impegno sociale e l'amore per l'armonia e la bellezza. Due elementi che hanno accompagnato la storia dell'associazione, attenta agli sviluppi di Catania negli ultimi decenni. «Non vogliamo che questa scintilla venga spenta dalla mestizia del periodo storico nel quale viviamo», afferma la presidente, Anna Di Salvo
La città felice, festa per i 20 anni di attività Di Salvo: «Crediamo nella creatività politica»
La città felice, associazione femminista nata nel cuore di Catania, compie 20 anni. E i suoi sostenitori, per festeggiare, hanno organizzato ieri al palazzo della Cultura un evento all’insegna della bellezza e della testimonianza. Ma anche dell’arte e dell’impegno, ospitando una tappa della mostra itinerante Lampedusa porta della vita. Una giornata che riassume due decenni di attività a Catania. «È un bilancio positivo, anche se il percorso è stato arduo», afferma con entusiasmo la presidente Anna Di Salvo. Un sentimento che rimane sottotraccia in tutte le attività dell’associazione e che emerge già dal nome scelto al momento della sua fondazione. «”Perché La città felice? Dovreste chiamarvi la città triste”, tutti ci dicevano così – racconta – Ma noi abbiamo sempre sostenuto il nostro essere donne desiderose di spenderci nella città e nel territorio». Un mondo nel quale vi sono «degrado e problemi, certo, ma anche ricchezza e valori».
«Siamo nate nel 1993, nel periodo della primavera catanese, era una fase interlocutoria con il Comune», afferma Di Salvo. Poi si sono succedute le amministrazioni di Umberto Scapagnini e Raffaele Stancanelli e in quel periodo «abbiamo sempre continuato a lavorare, ma non abbiamo voluto collaborare perché non le abbiamo sentite molto vicine». E lo dimostrano alcune delle battaglie portate avanti dall’associazione nei 20 anni di attività. L’opposizione al raddoppio ferroviario, alla vendita degli immobili comunali attraverso la società Catania risorse, ai parcheggi sotterranei e l’impegno nel corretto recupero del quartiere San Berillo. «Siamo intervenuti con semplicità ma decisione».
Ma non sono mancati gli impegni in ambito culturale, con «la diffusione del sapere delle donne di ieri e di oggi. Abbiamo creato un circuito filosofico legato alla cultura», prosegue Anna Di Salvo. Un sistema che ha coinvolto anche le scuole, attraverso gli interventi «sul matriarcato, sull’arte e i corsi di aggiornamento». Infine quello che in tutto il Paese è diventato uno dei problemi sociali più preoccupanti, la violenza sulle donne. La città felice, infatti, è tra le associazioni fondatrici della rete la Ragna-tela che tra pochi giorni festeggerà il primo compleanno e il cui prossimo impegno, da portare avanti in collaborazione con la nuova amministrazione comunale, è la creazione di un condominio in un immobile abbandonato da destinare alle tante donne senza tetto della città.
Il sistema della condivisione di esperienze è un esperimento portato a termine anche con la Rete delle città vicine. «Non solo città del Sud, ma anche estere come Barcellona e Zurigo – spiega la presidente – Nel tempo abbiamo stretto un rapporto privilegiato con Lampedusa». Da qui parte l’idea di raccontare l’isola attraverso un’installazione itinerante che mostra non solo «catastrofi e lutti, ma anche la speranza e la vita. Con l’augurio che si aggiungano anche tanti altri artisti, magari provenienti dall’Africa».
Nonostante le tante iniziative, l’associazione, nata all’ombra del castello Ursino, non dimentica le proprie radici e il quartiere che la ospita. «Operiamo con gli abitanti di piazza Federico di Svevia per difendere la bellezza». Da qui la crociata contro gli arrusti e mancia e il parcheggio selvaggio. Ma anche la difesa dei più piccoli, con la richiesta di spazi adatti a loro e per il quale hanno chiesto la collaborazione dell’amministrazione. E infine l’economia, quella che deriva «dalla parola greca oikos, casa». La festa di ieri è servita a ribadire l’impegno dell’associazione femminista nella città «in un intreccio di performance artistiche». «Noi crediamo nella creatività politica – afferma con passione Anna Di Salvo – Non vogliamo che questa scintilla venga spenta dalla mestizia del periodo storico nel quale viviamo».