Un prestito che arriva da parte della Banca europea degli investimenti (Bei) di cui beneficerà anche lo stabilimento di Catania. «Una risorsa per permettere l'ulteriore ampliamento dell'azienda», afferma a MeridioNews Francesco Furnari della Cgil
StMicroelectronics, dall’Europa arrivano 600 milioni «Una speranza in più per creare nuovi posti di lavoro»
«L’azienda avrà la possibilità di finanziare progetti già esistenti e ampliare il patrimonio di attrezzature per creare altri dispositivi: significa una maggiore capacità di investimenti in ricerca e sviluppo che si tradurrà anche nelle cento assunzioni di personale specializzato, in linea con le previsioni del 2022». La notizia dell’arrivo di nuove risorse lascia ben sperare i dipendenti del sito etneo di StMicroelectronics. Soprattutto dopo la nota congiunta dei ministeri dell’Economia di Italia e Francia che ieri hanno annunciato il prestito di 600 milioni di euro alla società italo-francese che realizza semiconduttori. A commentarla a MeridioNews è Francesco Furnari, componente della segreteria provinciale della Fiom Cgil e Rsu nello stabilimento catanese. Il sostegno economico arriva dalla Banca europea degli investimenti (Bei) in favore delle sedi italiane di Catania e Agrate (in Lombardia) e lo stabilimento francese di Crolles. Fondi che contribuiranno alla ricerca e allo «sviluppo di tecnologie e prodotti per affrontare le grandi sfide della transizione ambientale e della trasformazione digitale in tutti i settori», come si legge nella nota del ministero guidato da Daniele Franco.
L’operazione contribuirà a incrementare le linee di produzioni pilota e dei semiconduttori avanzati, un mercato globale che vale più di 500 miliardi ed è destinato a raddoppiare entro il 2030. «Questi investimenti finanzieranno iniziative già discusse all’interno di St – prosegue Furnari – Si tratta di un filone diverso rispetto ai progetti del Pnrr per sostenere obiettivi strategici». Nello specifico non è ancora dato sapere se verrà finanziato un singolo obiettivo oppure più di uno ma, secondo il sindacalista, «la notizia è in linea con quanto prefissato dall’Europa. È un chiaro segnale che l’azienda conferma e rilancia ingenti risorse in ricerca e sviluppo, così come dichiarato dai vertici». Nel 2021 StMicroelectronics ha chiuso con un utile di circa 12 miliardi di dollari e ne ha investiti 1,8 in ricerca e sviluppo.
Una cifra che quest’anno sarebbe destinata a raddoppiare. Il che, come auspica il sindacalista, permetterebbe di ampliare la produzione e creare nuovi posti di lavoro. Il prestito di 600 milioni arriva dopo l’incontro del 21 febbraio per fare il punto sul piano industriale di StMicroelectronics, in cui Fiom Cgil aveva fatto notare che diversi lavoratori a tempo determinato attendano di essere stabilizzati. In quella occasione, i sindacati si erano chiesti se l’azienda fosse già nelle condizioni di confermare gli investimenti legati al carburo di silicio (Sic), che è previsto anche per lo stabilimento catanese. La materia prima dovrà essere trattata nel sito in costruzione a pochi passi dalla base militare di Maristaeli e poi lavorata nella sede di Stm per la produzione di dispositivi molto richiesti, soprattutto per l’elettrificazione delle auto.
«Durante la discussione abbiamo esposto questi quesiti – prosegue il sindacalista – L’arrivo di 600 milioni di euro potrà contribuire a risolverli». Da quanto affermato da Furnari, questa operazione non è singolare: «Non è il primo di cui beneficia St e non è un tabù il fatto che una società di questo tipo li riceva – specifica – Riguardo al progetto sul carburo di silicio, potrà essere finanziato con altri fondi europei. Sull’ampliamento della produzione del carburo di silicio – conclude Furnari – sono comunque in corso delle trattative con la comunità europea. Per facilitare gli investimenti, si sta valutando che questi finanziamenti previsti dall’Europa siano concessi in deroga, somministrati come aiuti di Stato». A esprimere soddisfazione sul sostegno deciso dalla Bei alla StMicroelectronics sono state anche le sigle Cisl e Fim Cisl. «Dal 2015 abbiamo sollecitato le istituzioni a orientare la politica industriale del nostro Paese, e ancor più per il nostro territorio siciliano – dicono i sindacati – sullo sviluppo tecnologico dell’industria dei semiconduttori perché perno principale per tutti i settori merceologici».