Calcio Catania in attesa di una proposta concreta Base d’asta a 600mila euro più il debito sportivo

La lunga notte del Calcio Catania non è ancora passata, ma forse per i colori rossazzurri si iniziano a intravedere in lontananza le prime luci dell’alba. La decisione presa dal tribunale 48 ore fa di prorogare l’esercizio provvisorio del club etneo fino al 28 febbraio ha creato nell’ambiente l’aspettativa di un futuro migliore, con i tifosi che adesso sperano che questo possa prendere forma nel giro di poche settimane. Il titolo sportivo e la categoria sono salvi, almeno per ora, ma tutto andrà confermato con l’acquisto della società rossazzurra da parte di chi sarà pronto a garantire sia la somma indicata dalla base d’asta che quella del debito sportivo. Tenendo comunque in considerazione, si avverte in sentenza, dell’«incertezza dell’eventuale trasferimento del titolo sportivo da parte della Figc da ottenersi a carico dell’aggiudicatario in tempi rapidissimi».

La prima cifra dovrebbe coincidere con quei 600mila euro indicati dalla sentenza di fallimento della società rossazzurra pubblicata dal tribunale lo scorso 22 dicembre, nella quale si specificava che i consulenti, esaminati nelle settimane precedenti i conti del club, hanno individuato il «verosimile valore negoziale del ramo d’azienda sportivo del Calcio Catania Spa in 600.000,00 €». Dovrebbe essere proprio questa quindi la base d’asta alla quale dovranno far fronte i potenziali acquirenti che intendono provare a diventare i nuovi proprietari del club e che, com’è sottolineato sempre dalla sentenza di fallimento, dovranno anche essere pronti a coprire i 2.948.792 euro del debito sportivo stimati dagli stessi consulenti, nella perizia consegnata al tribunale due giorni prima della decisione che decretò la fine dei 75 anni di storia della società rossazzurra.

Tra la speranza che il marchio perso possa essere riacquistato dal nuovo patron, le attenzioni di tutti adesso si concentrano sui tempi che porteranno all’asta di vendita e soprattutto sull’identikit di chi potrebbe avere un progetto serio dal quale ripartire. Le previsioni più realistiche spingono a pensare a un’asta di vendita già pronta a essere bandita per la fine di gennaio, mentre le voci legate ai potenziali acquirenti portano soprattutto sulle tracce di un gruppo milanese che starebbe valutando con grande attenzione il da farsi. Troppo presto forse per capire se ciò corrisponda a verità o meno o se si tratterà dell’unica entità pronta a partecipare all’asta, ma di sicuro c’è la necessità di una realtà solida che dimostri di essere intenzionata a riportare il Catania nel calcio che conta. Anche la dirigenza rossazzurra, intanto, ha iniziato a muoversi sul calciomercato, innanzitutto con la necessità di abbassare il monte ingaggi anche con alcune cessioni illustri e poi di rimodulare la rosa con innesti a parametro zero o con prestiti a titolo temporaneo che non incidano negativamente sui bilanci. 

Dopo lo stop per le positività al Covid emerse nel gruppo squadra nei giorni scorsi, mister Baldini e i suoi giocatori sono ormai pronti a tornare sul campo di Torre del Grifo per riprendere gli allenamenti, malgrado sia stata rinviata pure la terza giornata del girone di ritorno proprio per l’aumento dei casi tra i calciatori di Serie C. Il campionato del Catania dovrebbe quindi riprendere dalla delicata sfida del 23 gennaio sul campo del Bari, che anticiperebbe quella in programma sette giorni dopo allo stadio Massimino tra i rossazzurri e il Catanzaro. Quella dovrebbe essere la prima partita interna del nuovo anno per la squadra di Francesco Baldini, che potrebbe ritrovare sugli spalti anche i tifosi etnei tesserati per le partite interne del girone di ritorno, se si dovesse dare realmente l’ok alla riapertura della campagna abbonamenti lanciata dalla vecchia società prima della dichiarazione di fallimento. 

Gli introiti costituirebbero così una nuova risorsa da gestire per i curatori, che nel frattempo pare siano anche riusciti a sbloccare dalla Lega Pro i crediti vantati da tempo dal Catania e pignorati nei mesi scorsi, aggiungendoli ai 150mila euro – dei 600mila inizialmente richiesti dal tribunale – raccolti da Sigi nei primi giorni dell’anno per utilizzarli durante l’esercizio provvisorio che porterà all’asta di vendita del club.


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