A Natale, come in ogni momento dell'anno, gli attivisti dell'associazione si stringono attorno alla comunità per condividere sorrisi, felicità e amore. La psicologa Antonietta Germanotta ci racconta un po' di loro
Refugees Welcome Catania, una grande famiglia
Rieccomi! Nuovamente a scrivere per questa interessante rubrica
Nuovamente dopo aver partecipato, con gran piacere, al Pop Up Market Sicily.
Nuovamente a parlare di un tema a me molto caro: L’ACCOGLIENZA. Credo che nessuno debba essere lasciato solo (mai!) e tale pensiero si fa ancor più forte in questo periodo di festa.
È festa se si sta bene; se non si sta bene i giorni di festa sono ancora più difficili da digerire.
Il Natale, che si voglia dare o meno a tale ricorrenza un’accezione religiosa, per i più è un‘occasione per stare insieme, riunirsi, aggregarsi. Il Natale per tanti è “casa” (non per niente «Natale con i tuoi, Capodanno con chi vuoi») e ci si sente a quando ci si trova con le persone care.
In questi giorni freddi è importante, più che mai, avvertire il calore e il tepore che solo una famiglia riesce a dare. I nostri ragazzi la famiglia ce l’hanno lontana ed è importante che non si sentano soli ma, al contrario, che si sentano accolti e inclusi nella città all’interno della quale magari lavorano da anni, studiano o comunque si trovano e con le persone che rappresentano la loro famiglia.
Dal 10 al 12, in quanto volontaria di Refugees Welcome Italia, associazione all’interno della quale sono una volontaria attivista, sono stata presente al Pop Up Market Sicily con l’intento di raggiungere il maggior numero di persone possibile!
Con mio grande piacere si sono avvicinati in tanti al nostro stand, che fosse per una donazione libera, per acquistare una nostra maglietta, una bag, un portachiavi o solo per curiosità. Mi ha colpito una frase: «bravi, complimenti», che molti ci hanno detto. Per me, per noi, è normale e naturale poter, anche se solo minimamente, provare a renderci utili per l’altro, lo stesso altro che per alcuni, ahimè, rappresenta un acerrimo nemico per noi è un amico che ci arricchisce giorno per giorno.
Altri, cosa ancora più importante, dopo essersi avvicinati a noi ed aver ricevuto informazioni (il mio motto iniziale è stato «posso fornirle informazioni rapide o prolisse») hanno deciso di lasciarci i propri recapiti con l’idea di entrare a far parte della nostra squadra, verosimilmente, sposando valori quali solidarietà e inclusività. Mi piace ricordare quanto sia importante riuscire a vedere nell’altro – in quello che da molti viene considerato diverso – una ricchezza e un accrescimento, non un pericolo o un ostacolo. A quanti si sono avvicinati al nostro stand abbiamo raccontato di noi e di quello che facciamo fornendo informazioni riguardanti le attività che svolgiamo.
Il nostro gruppo è eterogeneo: c’è chi lavora e c’è chi studia, c’è chi attualmente è più attivo e chi, per motivi vari ed eventuali, per ora lo è di meno, c’è chi aiuta da fuori – come la nostra Giovanna che, prima dalla Lituania e ora, da Rimini si occupa dei nostri profili Instagram e Facebook – c’è chi da ragazzo ospitato ora è un volontario: è il caso di Ismail, grazia a lui siamo riusciti a vendere le nostre bag perché è un ottimo venditore. C’è poi chi, come Harouna, ha incrociato nel suo cammino un mentore. Donato, infatti, uno dei nostri volontari nuovi è stato sin da subito molto attivo diventando anche il suo mentore; tutte le volte che riesce lo include nelle attività che svolge con la sua famiglia (andare al cinema insieme, pranzare insieme, fare shopping, venire anche al Pop Up Market Sicily insieme). Il nostro Musa che, con la generosità che lo contraddistingue, anche questa volta è venuto a farci compagnia deliziandoci con il mughlai paratha, un popolare Bengali street food: un morbido pane fritto potenziato da un ripieno di “keema”, carne tritata, uovo, cipolla e pepe (che io ho molto gradito).
A noi di Refugees Welcome piace integrarci e, soprattutto, integrare, a noi mescolarci con gli usi e i costumi degli altri, assaggiare cibi nuovi, e perché no, farci insegnare a prepararli! Appena possibile, infatti, inizieremo a organizzare una sorta di appuntamento fisso: ci riuniremo (Covid-19 permettendo) e di volta in volta uno dei nostri ragazzi preparerà un piatto tipico del proprio paese insegnandoci come si cucina. Io ho già detto che mi “immolerò” offrendomi sempre da cavia
Ps: anch’io ho acquistato una sacca (venduta rigorosamente da Ismail) perché ci autofinanziamo anche per consentire, quando è necessario, ai “nostri ragazzi” che non possono permetterselo di pagare l’affitto della stanza.
Sito web: www.refugees-welcome.it
Mail: catania@refugees-welcome.it
Fb: Refugees Welcome Italia-Catania