Sigi, col suo presidente Ferraù, e l'avvocato italo-statunitense Tacopina hanno chiuso il primo passo verso la cessione del club, che avverrà solo dopo la certificazione dei debiti da parte dell'Agenzia delle entrate. In un'aria di rassegnazione, più che di festa
Calcio Catania, firmato il preliminare di vendita Presente Pogliese, ma pesa l’assenza di Le Mura
Stavolta le promesse sono state mantenute. È stato firmato oggi a Torre del Grifo, pochi minuti dopo le 19, il preliminare di vendita del Calcio Catania. Come annunciato la scorsa settimana, la cessione vera e propria avverrà solo quando l’agenzia delle entrate certificherà i debiti del club, principale garanzia chiesta dall’avvocato italo-statunitense Joe Tacopina. Fino a quel momento, in realtà, la gestione rimarrà di Sigi spa, la società etnea che ha rilevato il club a luglio, chiaramente concordando ogni mossa con gli acquirenti. Testimone di nozze, fisicamente in mezzo tra Tacopina e il presidente di Sigi Giovanni Ferraù, c’è il sindaco di Catania Salvo Pogliese. «Dopo le mie esperienze a Bologna, a Roma e a Venezia, è la prima volta che vedo un sindaco così coinvolto in un progetto», dice lo stesso legale americano. Ma forse a pesare di più sono le assenze.
«Ringrazio Nico Le Mura… Dov’è Nico?», a un certo punto, interrompendo i suoi ringraziamenti post-firma, Tacopina si guarda intorno. «Eh, no…» allarga le braccia imbarazzato Ferraù. Perché l’assenza dell’amministratore unico del Calcio Catania, nonché tra i primi soci di Sigi, rende chiaro che il malcontento degli scorsi mesi per una cessione con condizioni sfavorevoli per gli attuali proprietari non è solo un ricordo del passato. E forse non è nemmeno un capitolo da considerarsi chiuso. Quella che insomma il sindaco Pogliese definisce una «pagina memorabile di amore e passione» – ricordando l’impegno di Sigi per salvare il Catania dal fallimento e, così, la sua matricola – si conferma essere una storia fatta anche di investimenti e cifre.
E fin dal pomeriggio di oggi, al di là delle mascherine, si sono visti pochi sorrisi. Nemmeno da Gaetano Nicolosi, principale investitore, primo nome a essere ringraziato da Tacopina. Né tantomeno Ferraù, che negli scorsi giorni aveva rotto gli indugi della diplomazia chiedendo apertamente che venisse riconosciuta la dignità degli imprenditori locali. E con la firma di oggi, più che una vittoria di Sigi, sembra essersi sugellata l’accettazione di un dato di fatto: tra debiti e investimenti necessari, andare avanti da soli non era più possibile. Quando avverrà la cessione, Tacopina acquisterà il cento per cento delle quote del club, con investitori d’oltreoceano da lui rappresentati.