L'uomo è finito in carcere. La violenza è avvenuta due settimane fa ed è stata interrotta soltanto dall'arrivo dei carabinieri, intervenuti dopo una chiamata al numero unico di emergenza da parte di un cittadino
Biancavilla, aggredisce a martellate la sorella disabile Arrestato 52enne. Vittima con fratture in tutto il corpo
Ha preso a martellate la sorella disabile, colpendola in tutto il corpo. Con questa accusa è stato arrestato a Biancavilla un 52enne. L’aggressione è avvenuta il 6 dicembre. I carabinieri hanno ricostruito quanto accaduto: l’uomo ha prima preso a pugni la donna, di un anno più grande, e poi avrebbe impugnato il martello.
Per la procura, il 52enne avrebbe agito con l’intenzione di uccidere la sorella. A consentire l’intervento dei carabinieri è stata una chiamata al numero unico di emergenza da parte di un cittadino. La donna è stata portata d’urgenza all’ospedale di Paternò, dove le hanno diagnosticato fratture multiple alla testa, al naso, alle costole e ai polsi.
Il 52enne, in precedenza, aveva compiuto violenze anche nei confronti della ex moglie, che lo aveva denunciato, costringendolo ad abbandonare la casa coniugale. In seguito a ciò, l’uomo era andato ad abitare dalla sorella. Adesso è stato rinchiuso nel carcere di Caltagirone.
Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Michele Fazio, che assiste i familiari: « L’arrestato è anch’esso affetto da disturbi psichici, clinicamente diagnosticati più di quarant’anni addietro e per i quali è da sempre sottoposto a cure mediche. La moglie, comprendendo che nell’ultimo periodo i farmaci avevano perso la loro efficacia, ha ritenuto di dover denunciare i comportamenti violenti subiti, al fine di sollecitare le competenti autorità a provvedere a cure obbligatorie (Tso) nei confronti del congiunto. In attesa delle cure mediche obbligatorie, l’interessato si trovava quindi ospite nell’abitazione della sorella. Trattasi pertanto di una tragedia scaturita non da un raptus estemporaneo nei confronti di una disabile, quanto dall’acuirsi della patologia mentale già esistente in capo all’indagato. Pertanto tale evento avrebbe potuto indirizzarsi a chiunque si fosse trovato in quel momento in prossimità dell’accusato».