La somma - 240mila euro - ammonta al due per cento dei soldi trasferiti al municipio dalla Regione. Si potrà votare tramite un modulo Google o di presenza, all'ufficio relazioni con il pubblico, fino all'8 novembre. Può partecipare anche chi non ha la residenza
Democrazia partecipata, la scelta ricade su quattro progetti Legambiente: «Ottime proposte ma sondaggio a casaccio»
Duecentoquarantamila euro destinati alla realizzazione di uno dei quattro progetti oggetto della consultazione pubblica avviata dall’amministrazione comunale nel rispetto della legge regionale che destina la quota del 2 per cento delle somme trasferite dalla Regione siciliana, per forme di democrazia partecipata utilizzando strumenti che coinvolgono la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune. Le opere sottoposte al vaglio dei votanti riguardano: la realizzazione di nuovi parchi gioco e la riqualificazione di quelli esistenti; l’installazione di telecamere di video sorveglianza per la lotta alle discariche abusive; la riqualificazione della fontana di piazza Europa; mille fontanelle di acqua pubblica e il restauro di quelli mal funzionanti.
«La scelta – spiega la nota stampa diramata dal municipio – potrà avvenire entro la mezzanotte del prossimo 8 novembre, tramite la pagina Facebook del Comune». In alternativa, per chi non avesse dimestichezza con i social, può sottoscrivere la propria preferenza o tramite email all’indirizzo urp@comune.catania.it o direttamente all’ufficio pubbliche relazioni di palazzo degli Elefanti. «Una pluralità di canali – prosegue il comunicato -, auspicando che esprimano la propria preferenza un gran numero di cittadini catanesi» . In realtà, però, mentre nel modulo cartaceo il votante è invitato a inserire le proprie generalità e la residenza, nella modalità online – come verificato da MeridioNews – la scelta è aperta a tutti. «Ho votato a caso la realizzazione di nuovi parchi gioco», spiega una giovane pugliese che vive a Roma. «Ma – prosegue -, mi ha fatto votare solo una volta». Se, dunque, il meccanismo che evita di esprimere più di una preferenza sembra funzionare, è altrettanto vero che l’elettorato attivo per questa forma di consultazione è formato da tutti i cittadini italiani e stranieri.
A destare perplessità sulle modalità di svolgimento della consultazione referendaria anche Legambiente Catania. «Riconosciamo al Comune di avere presentato progetti che rispecchiano gli umori dei cittadini – commenta la presidente provinciale Viola Sorbello a MeridioNews – ma abbiamo sempre detto che la democrazia partecipata così non ha senso, ci vorrebbe la convocazione di tavoli partecipati». L’associazione, artefice della piantumazione di duemila alberi in città – proposta vincente nel referendum popolare dell’anno scorso – sembra propendere per l’installazione di mille fontane e il restauro di quelle già esistenti . «Un progetto, quest’ultimo, che noi valutiamo con favore – spiega Sorbello – perché non costituisce altro che esplicazione diretta della logica plastic free per dare valore all’acqua pubblica e ridurre notevolmente l’acquisto delle bottigliette di plastica». Anche la riqualificazione di piazza Europa sembra sposare gli intenti dell’associazione «perché è una delle problematiche che noi, insieme ad altre associazioni, abbiamo più volte sottolineato».
Stesso discorso per le altre due proposte: in generale per Legambiente «il Comune nella formulazione dei progetti ha tenuto conto delle esigenze più volte manifestate dai cittadini». Al contempo, però, non sono tutte rose e fiori. «Siamo molto critici riguardo alle modalità di esercizio – incalza Sorbello – perché servirebbe più partecipazione». E per semplificare Legambiente fa riferimento alla consulta del verde, ovvero l’organo istituito dal Comune per promuovere la partecipazione attiva di enti, associazioni e cittadini a tutela del verde pubblico. «Lì, sì – commenta la presidente – che c’è una vera e propria concertazione con la predisposizione di tavoli partecipati da tutte le associazioni attive sul territorio». In sostanza, per la presidente di Legambiente, basterebbe estendere questo modello – incalza – piuttosto che buttare una cosa su Facebook e dare la possibilità a chiunque di votare a casaccio».
Polemiche a parte, non è la prima volta che il Comune ricorre allo strumento di consultazione popolare. La prima fu nel 2017 con Enzo Bianco, quando a partecipare alla selezione furono quasi diecimila cittadini. Di questi più di quattromila scelsero la riqualificazione delle spiagge libere di viale Kennedy. Il progetto poi non è andato del tutto in porto. Nel 2018, invece, non si è proceduto a nessuna consultazione perché è stato preso in considerazione uno dei progetti candidati al referendum popolare del 2017: il restauro della fontana dei Malavoglia e la riqualificazione di piazza Verga. Progetto, questo, effettivamente avviato solo lo scorso giugno quando il Comune ha rimosso la fontana per il restauro. Discorso diverso nel 2019 quando a partecipare alla selezione sono stati solo 2661 votanti. A vincere con oltre il 40 per cento dei voti – circa 1040 preferenze – è stata la proposta avanzata da Legambiente. Anche lo scorso anno – stando a quanto ci aveva riferito il Comune a dicembre 2019 -, non era stato effettuato alcun controllo sulla residenza dei votanti.