L'ex senatrice della Lega Angela Maraventano e il vicepresidente leghista sull'isola Attilio Lucia sono accusati di una manifestazione non autorizzata, il 30 agosto, organizzata per impedire il «transito dei mezzi impegnati al trasferimento dei migranti»
Lampedusa: bloccano lo sbarco, denunciati due della Lega Maraventano: «Ridicola accusa di interruzione di servizio»
Interruzione di pubblico servizio. È questa l’ipotesi di reato per cui sono stati denunciati dalla Digos alla procura di Agrigento l’ex senatrice della Lega Angela Maraventano e il vicepresidente legista a Lampedusa Attilio Lucia.
I due esponenti del Carroccio sono accusati di una «manifestazione non preannunciata», organizzata lo scorso 30 agosto scorso sull’isola da mezzanotte alle 4, per «impedire il transito dei mezzi impegnati al trasferimento dei migranti» durante lo sbarco di un peschereccio con a bordo 369 persone di diverse nazionalità. Al porto, insieme a loro, ci sarebbero stati anche altri manifestanti, in tutto tra trenta e quaranta.
Maraventano e Lucia hanno utilizzato anche «un megafono, enunciando slogan contro il governo nazionale e criticando la gestione delle politiche migratorie e incitando gli altri manifestanti a bloccare l’ingresso alla banchina» del porto. Ieri l’ex senatrice leghista è tornata a protestare e, insieme ad altri sostenitori, si è anche sdraiata a terra – con la testa appoggiata sul cuscino e un lenzuolo sul corpo – per impedire alle forze dell’ordine di passare con i furgoni a bordo dei quali i migranti venivano trasportati verso il centro di accoglienza. Si sono registrati diversi momenti di tensione tra i manifestanti e le forze dell’ordine.
«Io e Attilio Lucia – scrive Maraventano sui social network in un post nel quale ha pubblicato anche i verbali della questura – siamo stati denunciati per avere impedito il trasferimento dei migranti. Dire che abbiamo commesso un reato di interruzione di pubblico servizio è veramente ridicolo. Portare i migranti da un molo all’edificio dell’hotspot – continua la leghista – è diventato servizio pubblico? Incredibile! Con questo governo esercitare il diritto di manifestazione e di libertà di pensiero è reato. Noi – conclude – non molliamo, non ci arrendiamo».