A Ganzirri, frazione di Messina, la notte del 24 dicembre muore Angelo Sciarrone, l'uomo che per anni si è preso cura di un grosso cane nero. Che ora è tornato a vagare nelle strade del quartiere, non prima però di aver salutato l'amico a suo modo
Il padrone muore ma il suo cane non vuole abbandonarlo La storia di Nerone che ha seguito la bara dentro la chiesa
Una storia di amore profondo. Quello che lega i cani ai padroni e che spesso chi non possiede un animale stenta a capire. Ieri durante i funerali del suo padrone, Nerone, un bellissimo cane nero, ha voluto accompagnarlo fino alla fine, sdraiandosi accanto alla bara dell’uomo a cui per anni ha fatto compagnia.
A far conoscere la storia di Nerone è stata Ilaria Fagotto, delegata nazionale della Lega antispecista italiana. Da cucciolo era stato abbandonato tra le vie di Ganzirri, a Messina. Qui viveva libero e aveva trovato una signora che lo accudiva. Quando la donna è improvvisamente venuta a mancare, Angelo Sciarrone, un residente della zona dei laghi, è riuscito a stabilire con il cane un rapporto di amicizia fortissimo e di un intensità incredibile. «Nerone lo seguiva dappertutto, era la sua ombra, e pian piano ha cominciato ad entrare anche fin dentro casa sua – racconta Fagotto – Erano felici: Nerone amava stare all’aria aperta e quando voleva uscire andava a raschiare la porta ed Angelo che con la bicicletta girava con lui per i viottoli. Due corpi e un’anima dicevano in paese, inseparabili».
Purtroppo la notte del 24 dicembre Angelo è morto e Nerone è tornato di nuovo per strada. I residenti lo hanno visto mangiare tra le colonie dei gatti, vagare inconsolabile e solo. A confortarlo è stato Raffaele Musicò, un volontario Enpa e Fedelambiente. «Ha seguito il feretro capendo perfettamente che si trattava del suo padrone – spiega – voleva entrare a tutti i costi in chiesa. Ecco perché gli ho messo un guinzaglio e ho chiesto al prete il permesso di farlo entrare, per dargli la possibilità di assistere al funerale».
E così Nerone si è avvicinato alla bara, si è messo a piangere e si è sdraiato per terra. In tanti si sono commossi vedendo questa scena. Adesso i volontari stanno cercando una soluzione per lui. Insieme a Musicò, anche un altro volontario, Antonio Passalacqua, lo accudisce portandogli cibo e coperte. «Questa grande anima adesso è di nuovo per strada, perché è uno spirito libero e non accetterebbe mai di stare chiuso in un box – sottolinea Fagotto -. Ama troppo l’aria aperta. Ha dieci anni, va d’accordo con tutti i cani ed è buonissimo. L’ideale sarebbe trovare un giardino da condividere con un altro cagnolino in modo da ricucire la sua ferita interiore».