Stefania Galegati, Andrea Masu e Valentina Greco hanno deciso di mandare un messaggio chiaro contro la pratica sinonimo di «fascismo e di censura». L'evento rientra all'interno della Bam 2019
Pecora Elettrica, dopo il rogo si regalano libri Iniziativa stasera all’edicola dei Quattro Canti
Cosa vuol dire bruciare i libri? Un gesto simbolico fortissimo che ha chiari rimandi storici e allo stesso tempo un modo per zittire, escludere, relegare gli altri nello spazio di ciò che può essere conosciuto. Vuol dire anche intimidire, o provarci, come nel caso della libreria Pecora Elettrica di Roma. Bruciata la prima volta, rinata dalle sue ceneri e data alle fiamme una seconda, il giorno prima della agognata riapertura, quando tra i suoi scaffali erano tornati i libri.
Anche a Palermo c’è chi pensa che bruciare i libri sia sinonimo di «fascismo, censura, i libri fanno paura perché presuppongono l’esercizio del pensiero e attenzione», spiega Stefania Galegati Shines. Lei insieme ad altri due artisti, Andrea Masu e Valentina Greco, sta portando avanti un’iniziativa: regalare libri a chiunque passi all’edicola dei Quattro Canti questa sera. Bisogna venire muniti di penna usb perché condivideranno la loro biblioteca digitale. L’iniziativa rientra all’interno della Bam 2019.
«In realtà un evento già pensato in precedenza quest’estate- spiega ancora l’artista -, con la notizia di Erdogan che ha bruciato tutti quei libri. È stato un caso che le cose corrispondano ma non fa mai male dare sostegno in questo senso». Il messaggio che vogliono mandare è chiaro: mentre nel mondo si bruciano libri qui si regalano, un modo quindi per sconfiggere la paura e riappropriarsi di preziosi strumenti di libertà. «C’è un bisogno nel mondo di rimettere i piedi a terra -, l’iniziativa dura soltanto per questa sera. Ma vogliamo organizzare altre iniziative nello spazio intorno all’edicola. Lo guardiamo da tanti anni questo spazio: è un’edicoletta di un metro quadro, è vuoto ma bellissimo».