«I bambini hanno diritto allo studio. Ma, soprattutto, hanno diritto alla vita». È il commento di Benedetta Liotta, preside da poco dell'istituto scolastico Madre Teresa di Calcutta. Il plesso rimarrà chiuso a tempo indeterminato finché non si saprà se è sicuro
Tremestieri Etneo, chiusa la scuola Settebello nord Solaio crollato. «Abbiamo già rischiato abbastanza»
«I bambini hanno diritto allo studio. Ma, soprattutto, hanno diritto alla vita. Finché non sarò sicura che non ci sono rischi, non riapriremo la scuola». Benedetta Liotta è la preside dell’istituto scolastico Madre Teresa di Calcutta di Tremestieri Etneo, quello in cui nella notte si è staccato un pezzo di solaio che è crollato su un banco. Dopo essere entrati in classe, i circa 230 allievi del plesso Settebello nord sono stati fatti uscire e rispediti a casa con i loro genitori. «È soffitto era quello della seconda B, una seconda elementare», aggiunge Liotta. Lei è ancora turbata. Arrivata in quella scuola all’inizio di settembre, si scontra – dopo due mesi dall’inizio della sua esperienza di dirigente lì – con una «tragedia sfiorata».
«Parliamoci chiaramente – attacca un genitore – se il crollo fosse avvenuto in un altro momento, adesso saremmo qui a organizzare i funerali di un bambino o di una bambina». Le immagini parlano chiaro: mostrano l’angolo di un banco spezzato dopo l’urlo con la parte inferiore del solaio di copertura, certamente ammalorata. Il padre raggiunto da MeridioNews di mestiere fa l’ingegnere e si occupa proprio di edilizia. «In questo crollo, che solo per fortuna non ha avuto vittime, ci sono responsabilità enormi: non sono cose che non si possono prevedere. Sono cedimenti che capitano spesso e che si possono prevenire, con adeguati controlli e attenzione». I controlli, croce della preside. «Viste le forti piogge dei giorni scorsi, li avevo richiesti. Gli ultimi sono stati fatti domenica – assicura Liotta – Non capisco come sia stato possibile. Forse non sono stati usati gli strumenti migliori, ma parliamo della sicurezza dei bambini…».
Di una cosa la dirigente è certa: il plesso Settebello nord non riaprirà in fretta. «Non mi fiderei a sufficienza di controlli fatti in fretta e furia per limitare i disagi dei genitori e sono sicura che loro siano d’accordo con me». Perché, certo, presto questi bambini andranno ricollocati. Si dovrà decidere se imporre i doppi turni nel plesso Settebello sud o se distribuire le classi in vari plessi e in altri edifici comunali, nell’attesa che la loro scuola possa riaprire. «I tecnici del Comune sono arrivati quasi immediatamente quando li abbiamo chiamati, stamattina». E prima ancora erano arrivati gli agenti della polizia municipale e i carabinieri del Comune nelle cintura etnea.
«Non possiamo minimizzare – continua il genitore sentito da questa testata – Un crollo di quel genere significa un carico di diverse decine di chili sulla testa di un bambino all’improvviso. Qui serve una ricognizione seria e puntuale dello stato della scuola, a vantaggio della sicurezza di tutti». Stessa richiesta formulata dalla dirigente. «Ho chiesto controlli su tutte le classi, tutti i bagni e tutti i corridoi – conclude Benedetta Liotta – Immagino che il controllo della solidità del solaio con il manico della scopa non sia sufficiente, quindi si usino altri strumenti e altri macchinari. Non mi interessa questo, mi interessa che non ci siano timori. Abbiamo già rischiato abbastanza».
Non si tratta del primo caso di questo genere in quel plesso scolastico. Era il lontano 2015 quando un altro pezzo di solaio era venuto giù in un’aula. Anche in quella circostanza per via dell’umidità. In quel caso, però, la dirigente scolastica (ai tempi era diversa da quella attuale) aveva voluto minimizzare il fatto, spiegando di avere già predisposto interventi per la messa in sicurezza dell’istituto. Una struttura ormai piuttosto datata e al centro, ogni anno con le piogge, di pesanti polemiche sulle condizioni in cui versa.