Il verdetto sancito dalla quarta sezione civile del Tribunale avrà delle ricadute. Chi ha gestito i conti del club, a partire da Zamparini già a processo per falso in bilancio e false comunicazioni sociali, rischia l'accusa di bancarotta fraudolenta
US Città di Palermo, gli effetti del fallimento Trofei all’asta, Boccadifalco ai nuovi rosanero
L’U.S. Città di Palermo è ufficialmente fallita. E adesso? La fine del vecchio sodalizio, epilogo prevedibile in seguito agli sviluppi delle vicende societarie dopo la mancata iscrizione in B dello scorso 24 giugno, ha inevitabilmente degli effetti.
Al di là dei passaggi tecnici legati alla procedura fallimentare – il 10 febbraio saranno convocati i creditori per la verifica che riguarda l’ammontare del passivo – l’addio al vecchio club di viale del Fante avrà delle ricadute su personaggi e cose appartenenti all’universo rosanero che ha preceduto l’insediamento del gruppo Hera Hora. Gli amministratori coinvolti nella gestione dei conti societari, in primis Zamparini già a processo per falso in bilancio e false comunicazioni sociali, in sede penale adesso rischiano l’accusa di bancarotta fraudolenta, ipotesi concreta in seguito al verdetto sancito dal collegio della quarta sezione civile del Tribunale di Palermo.
Uno spettro, quello del fallimento, che fino all’ultimo hanno provato ad allontanare sia i Tuttolomondo sia la famiglia Zamparini attraverso la mail inviata nei giorni scorsi all’amministratore giudiziario Giovanni La Croce, nominato dal Tribunale, con la proposta di versare nelle casse del club dieci milioni di euro in 48 mesi per cercare di indirizzare il procedimento verso il concordato. La mossa, però, non ha sortito effetti: la cifra non è stata ritenuta sufficiente e l’ipotesi di concordato è stata asfaltata dalla strada che, alla luce dello stato di insolvenza riscontrato, ha portato al fallimento.
Questa sorte, di rimbalzo, toccherà anche l’attuale squadra. Intorno alla prima settimana di novembre, infatti, i rosanero torneranno al Tenente Onorato in virtù della cessazione, causa fallimento, dell’accordo di concessione (che si sarebbe rinnovato automaticamente il 31 ottobre) tra il vecchio club e l’Ente militare proprietario dell’impianto. Sarà la burocrazia a stabilire con esattezza i tempi relativi al ritorno dei rosa nella loro casa e alla fine del pellegrinaggio a Carini ma, in attesa che venga espletato l’iter che culminerà con la concessione della struttura al gruppo Hera Hora (che ha già inoltrato una mail alla Federazione ricevendo parere positivo), la formazione di Pergolizzi a breve potrà usufruire del campo dell’impianto di Boccadifalco.
Terreno di gioco, peraltro, in buonissime condizioni grazie ai lavori di manutenzione effettuati in questi mesi dall’Esercito e sul quale si è allenata di recente la Nazionale femminile. Con il fallimento dell’U.S. Città di Palermo, inoltre, ci sarà un’asta. In vendita andranno sia il marchio, che adesso non appartiene più a nessuno e che potrebbe essere acquisito dalla nuova società, sia i trofei vinti dal vecchio Palermo tra cui la Coppa Italia di C del 1993 e la Coppa dello scudetto Primavera (conquistato da Pergolizzi) del 2009.