Musumeci dai giovani: «A Pontida c’ero idealmente» Diventerà bellissima? «Un movimento autonomista»

Né a Pontida né a Roma. Il presidente Nello Musumeci dice di non voler guardare a quello che succede altrove, nel Paese, se questo significa «fare polemiche politiche». Anche se, da uomo di centrodestra, dice di esserci stato «Idealmente lì – cioè alla festa della Lega – a contestare un governo nazionale che non tiene conto degli umori della piazza. In Italia la maggioranza morale è col centrodestra, non lo è il governo». Nessun caso sull’invito che quest’anno, al contrario del 2018, non sarebbe arrivato dalla corte di Matteo Salvini: «Andare alla festa dell’Udc anziché a Pontida non è stata una scelta, non sono io a decidere le date in casa altrui. Non c’è un invito dalla Lega, e neanche l’anno scorso c’era. Vado ovunque quando posso coniugare gli impegni in agenda».

Il governatore incontra i giovani del suo movimento Diventerà bellissima in un lido alla Scogliera di Catania. Soffermandosi con la stampa, traccia la linea da seguire nei prossimi mesi, sia dal punto di vista dell’esecutivo regionale, che da quello della forza politica da lui fondata. «Non credo che ai ragazzi piaccia il pizzo di Musumeci – dice rispondendo alla battua dei cronisti – bensì credo che a loro piaccia avere idee e obiettivi ai quali ancorare la capacità di emozionarsi facendo politica. Noi vogliamo offrire idee per le quali lottare». Diventerà bellissima dovrebbe svolgere tale compito nella veste di «Un movimento autonomista che si colloca nel centrodestra e che vuole esercitare azione di stimolo verso tutti i governi, di qualsiasi colore». Archiviata la suggestione della federazione con la Lega? «Non ho mai parlato di federazione, non esistono mie parole in tal senso. La Lega è forza costituente del centrodestra, come Forza Italia e Fratelli d’Italia. Noi siamo felici di poter far vincere il centrodestra in un’area, il Sud, dove i grillini hanno occupato posizioni che un tempo erano del centrodestra. È venuta meno, negli ultimi anni, la caratteristica di meridionalità delle forze storiche del centrodestra». 

Ecco dunque la missione del movimento musumeciano: portare il centrodestra lì dove, sotto simboli come il Carroccio, non può arrivare. Primo grimaldello deve diventare l’azione di governo: «Abbiamo trovato una baracca distrutta e la stiamo mettendo su. Ci vorrà ancora qualche mese per poter mettere le carte in regola, come diceva Piersanti Mattarella. Poi avremo la stagione del raccolto, che sarà in parte adesso e in parte nella prossima legislatura». Che la vedrà sempre in prima linea? «Non dipende da me, dipenderà da cosa sapremo fare. Per adesso l’importante è seminare». Se cantiere può definirsi l’alleanza fra Pd e Movimento 5 stelle, non si tratta del tipo di lavori che intriga il governatore: «Guardo con tanto rispetto a tutti, ma mi occupo di altri cantieri. Non quelli dei partiti, ma di quelli che fanno lavorare le persone e creano le infrastrutture». Del resto «I governi non si giudicano alla partenza, ma alla scadenza». Quindi, buon lavoro ai giallorossi e pure all’ex rivale Giancarlo Cancelleri nominato viceministro – «Può essere un’opportunità» – ma che la potenziale intesa fra grillini e dem anche all’Ars possa creare contraccolpi per il centrodestra siciliano non è questione all’ordine del giorno: «Esiste una coalizione di governo che non ha la maggioranza. Sarebbe facile averla, ma il mercato delle vacche grasse non mi appartiene».


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