Vieni a lavorare al Sud, la campagna di Im*media «Arrivate più di 50 richieste, anche dalla Cina»

Se di turisti la Sicilia è piena non si può dire lo stesso in merito a persone che arrivano sull’Isola per cercare lavoro. Provare a invertire questo trend però si può. Ci è riuscita Im*media, l’agenzia palermitana di comunicazione digitale che ha lanciato la campagna Vieni a lavorare al Sud, alla ricerca di uno sviluppatore frontend e di un esperto SEO/SEM. Figure specifiche e qualificate, insomma, che dimostrano come il mercato siciliano può attrarre talenti e cervelli, e non solo lasciarli andare via.

«Di candidature ne abbiamo ricevute più di 50, di tutti i tipi, anche dalla Cina – racconta Pasquale Esposito Lavina, fondatore di Im*media – La cosa interessante è che sono arrivate anche dal territorio: è vero che noi ci eravamo rivolti al mercato nazionale, ma è stato utile perché abbiamo conosciuto in questo modo diversi professionisti coi quali stiamo avviando altri tipi di collaborazioni. In questo modo siamo riusciti ad arricchire l’organico oltre le figure di cui avevamo bisogno. Fino a qualche anno fa era veramente difficile trovare delle risorse qualificate, che avessero esperienza nel settore del digital. Ma è facile immaginare il perché: qui non ci sono strutture né opportunità per i giovani».

Come si può superare allora lo stallo? «Io sono alla vecchia maniera – continua Lavina –  nel senso che puoi aver fatto tutti i percorsi formativi del mondo o chissà quanti stage e tirocini. Ma se poi non ti sporchi le mani con i clienti e i colleghi tutto ciò vale poco. Faccio comunque riferimento a una gestione professionale della comunicazione. La nostra agenzia ha un taglio e un livello di un certo tipo. C’è chi ha gestito magari ad esempio le dinamiche social o creato il sito di una piccolissima impresa, ma da noi questo non basta. Anche per questo ci siamo rivolti al mercato nazionale».  

Viene allora da chiedersi: se la formazione da sola non basta per lavorare nel mondo del digitale, come sta il mercato siciliano? Privati e pubblico investono sul digitale o resta ancora un mercato sottovalutato, magari affidato a qualche improvvisato e presunto esperto? «Per fortuna noi lavoriamo molto con clienti nazionali – osserva il fondatore di Im*media – perché in Sicilia comunque il mercato resta limitato e molto conteso. Oggi comunque le aziende hanno compreso che è meglio investire sul digitale che su una fiera o una sagra. Ma questo non riguarda solo i privati. Noi da poco abbiamo realizzato ad esempio il sito dell’Assemblea Regionale Siciliana: doveva essere punto di riferimento per quanto riguarda la trasparenza degli atti e allo stesso tempo un sito di attrazione visiva per coloro che finora non hanno mai visitato le bellezze di Palazzo dei Normanni; devo dire che l’amministrazione pubblica in questo caso ci ha coinvolto in prima persona e ciò ci ha fatto grande piacere, perché hanno compreso l’importanza del digitale».

Insomma: un miglioramento netto rispetto al passato. «Quando abbiamo cominciato, ben 25 anni fa, dovevamo andare noi dai clienti a spiegare cos’è un sito web o le opportunità che ci sarebbero state avvicinandosi al mondo della digitalizzazione – è il ricordo di Lavina – Fino a qualche anno fa che il web fosse fondamentale lo avevano capito tutti. Ma erano poche le aziende disposte a spendere. A invertire la rotta in questo senso sono state le aziende vinicole siciliane, perché avevano un minimo di budget e la necessità di raccontare se stesse e il territorio al mondo esterno». 

Ma come nasce Im*media? «La nostra storia è, come spesso succede, l’unione di incontri e situazioni particolari – dice ancora il comunicatore palermitano – Tutto nasce da un mio ex socio, che ora si è dedicato ad altro, che aveva avuto un’idea geniale: puntare sugli infopoint da usare per il mercato immobiliare. Io mi ero appena laureato in Comunicazione a Roma, e avevo capito che il multimedia sarebbe stato il futuro. Così è nato il nostro progetto InfoCasa. Poi però abbiamo abbandonato il progetto, perché era troppo prematuro e ci siamo trovati ad avere a che fare con molti interessi che ci hanno un po’ boicottato. A questo punto mi sono lanciato sui cd rom, portando a Palermo ad esempio il primo cd di Alitalia e di Poste Italiane». 

Poi un viaggio negli Stati Uniti durato tre anni e il ritorno in Sicilia nel 2003. Da allora le radici, per Lavina, sono rimaste ancorate al territorio: «Certamente la nostra collocazione ha fatto sì che partissimo piano piano. Non siamo mai diventati ricchi, non siamo mai stati acquisiti da nessuno, non abbiamo fatto nessuna bolla e non ci siamo mai trasformati. Un’azienda indipendente che esiste da 25 anni nel mondo del digitale è una rarità». 

IM*Media ha diverse persone al proprio interno che arrivano da Mosaicoon, la nota impresa palermitana che operava nel settore dell’alta tecnologia e che è andata in fallimento lo scorso luglio. Cosa ha significato per l’agenzia questo travaso e più in generale come viene valutato il finale amaro di Mosaicoon? «Il progetto di Mosaicoon secondo me era bellissimo – afferma – Di Mosaicoon è rimasta comunque l’idea che anche in Sicilia si possono realizzare grandi sogni, ricordo che l’azienda si è affermata a livello nazionale e internazionale. Certo, partire da Palermo è un po’ più difficile ma non impossibile. Ha creato valore, opportunità e professionalità, anche se è fallita dopo dieci anni».


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