La fine dell’esecutivo Conte giunge proprio in un momento cruciale per lo stabilimento di Termini, con l’azienda sotto sequestro e la scadenza ormai prossima del 31 ottobre, quando l’amministratore giudiziario sarà chiamato a presentare il piano di rilancio
Blutec e i mille lavoratori lasciati soli dal governo Fiom: «Non c’è più tempo, rispettino gli impegni»
La crisi di governo potrebbe spezzare definitivamente le speranze di un futuro per i lavoratori Blutec. Non solo il piano di reindustrializzazione dell’area di Termini Imerese, persino il rinnovo della cassa integrazione sono appesi a un filo. La fine prematura dell’esecutivo Conte, infatti, potrebbe avere ripercussioni tutt’altro che positive per decine di vertenze ancora aperte: sul tavolo del Mise sono circa 160 i tavoli di crisi. Tra queste, anche quello che riguarda i circa mille operai degli stabilimenti ex Fiat. Proprio in un momento cruciale, con l’azienda sotto sequestro e la scadenza ormai prossima del 31 ottobre, quando l’amministratore giudiziario Giuseppe Glorioso sarà chiamato a presentare un piano di rilancio. Ma cosa accadrà nelle prossime settimane?
«Noi avevamo sollecitato un incontro con il governo – racconta Roberto Mastrosimone alla guida di Fiom Cgil Sicilia – e speravano, per i primi di settembre, di tornare ad affrontare la questione di Termini. Il commissario presenterà il piano tra poco meno di tre mesi e saremo in un momento di grande confusione perché in questi giorni si parla con insistenza di una possibile finestra elettorale proprio a fine ottobre. Ma quando cade il governo viene meno un punto di riferimento ed è un fatto gravissimo». A rischio, purtroppo, non c’è soltanto il piano di riconversione industriale, ma anche il rinnovo della cassa integrazione per altri sei mesi. I circa 30 milioni destinati alle tute blu sono contenuti nel decreto approvato dal consiglio dei ministri ai primi di agosto per 675 dipendenti ex Fiat più altri 300 lavoratori dell’indotto.
La norma, però, doveva essere pubblicata in Gazzetta ufficiale il 28 agosto per poi essere convertito in legge dalle Camere. Ma il testo deve essere ancora approvato definitivamente dal governo e sottoposto alla Ragioneria dello Stato per la bollinatura. Successivamente dovrà essere inviato al Capo dello Stato per la promulgazione. Altrimenti queste norme resteranno solo sulla carta. Il provvedimento prevede tutele per i rider ma anche fondi per salvare l’impianto napoletano della Whirlpool, la proroga per Blutec e il sostegno alla riduzione dei costi dell’energia per l’ex Alcoa di Portovesme.
«Il decreto non è ancora esecutivo – ribadisce Mastrosimone -, ci auguriamo che venga definito nei prossimi giorni e che ci sia la possibilità di mettere al riparo i lavoratori almeno fino a fine anno». Sul tavolo, però, rimane irrisolta la questione della reindustrializzazione del sito abbandonato da Fiat nel 2011: «Spesso, proprio il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha parlato di un confronto serio con Fca, di aprire altri scenari, e il ruolo politico del governo in questa fase è cruciale. Ora non sarà semplice trovare delle soluzioni. La situazione più complicata per noi arriva proprio nel memento della crisi del governo e questo preoccupa moltissimo i lavoratori».
Intanto, proprio alla vigilia della crisi di governo annunciata dal vice premier Matteo Salvini, il sottosegretario allo Sviluppo economico, Michele Geraci, ha visitato gli stabilimenti ipotizzando la possibilità di aprire nuovi scambi commerciali con l’oriente. Una coincidenza? «Qualcuno potrebbe pensare che si è aperta la campagna elettorale – scherza Mastrosimone -, ma siccome siamo rispettosi dell’attività del governo, ci auguriamo che anche in una fase così convulsa i politici in carica mantengano gli impegni che hanno preso con i lavoratori e che la prossima settimana si renda esecutivo il decreto e si continui a lavorare alle vertenze. I cittadini – conclude – non possono aspettare i tempi di un altro esecutivo».