In manette Pietro Gangi, pregiudicato già finito in manette per furto. L'uomo avrebbe agito con la complicità del fratello Marcello e di un minorenne. Ad avvicinare la vittima dopo avere scoperto il fatto sarebbero stati due parcheggiatori abusivi
Le rubano l’auto mentre è in ospedale per una visita Richiesta di 700 euro per restituirla. Presi tre uomini
Era andata all’ospedale Garibaldi centro per sottoporsi a una visita medica accompagnata da un’amica. Ieri pomeriggio però, all’uscita del nosocomio, la donna si è accorta che la sua Fiat Panda era sta rubata. Poco dopo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, la vittima è stata avvicinata da due parcheggiatori abusivi, che si sono offerti di farle ritrovare l’auto ma dietro un compenso di 700 euro. Accettata la proposta, i due avrebbero dato appuntamento all’incrocio tra via Mogadiscio e via Asmara.
Passata un’ora, la signora si è presentata all’incontro ma dopo avere avvertito i carabinieri. Sul posto sono quindi giunti i militari della squadra Lupi, che hanno organizzato una trappola per catturare in flagranza di reato gli autori del cavallo di ritorno. Così, tra le due arterie si sono presentati due uomini a cui la vittima ha consegnato la somma di denaro. Ricevuti i 700 euro, i malviventi hanno invitato la signora ad attenderli nella vicina piazza Santa Maria di Gesù. Luogo dove si è presentato un terzo soggetto – minorenne – a bordo di uno scooter. Lo stesso avrebbe indicato dove potere recuperare la Panda.
Restituita l’auto, i militari sono intervenuti e hanno ammanettato il terzetto. All’operazione ha partecipato anche un agente della polizia di Stato, che era stato avvisato dall’amica della vittima. Nel carcere di piazza Lanza sono finiti i fratelli Marcello e Pietro Gangi, mentre il minorenne è stato portato in un centro del capoluogo etneo.
Pietro Gangi è un volto noto alle forze dell’ordine di Catania, così come il fratello. Il primo, il 23 novembre 2016, era stato sorpreso insieme a un complice dopo avere svuotato un appartamento in via Vecchia Ognina. Fatto che a febbraio dello scorso anno gli costò una condanna a due anni e due mesi di reclusione. Il secondo, invece, nel 2013 era finito in manette per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.