L'ex deputato arrestato con l'accusa di associazione mafiosa, nel 2016, avrebbe fatto passare per missione istituzionale un viaggio in Toscana, nei giorni in cui era prevista la convention dem. Trovando tempo anche per giri turistici e incontrare un'amica
Ruggirello alla Leopolda sfruttando i terremotati La scusa per accreditarsi da Renzi con i soldi Ars
Sfruttare la causa dei terremotati per avere un viaggio pagato, ricevere un’indennità e al contempo accreditarsi alla corte di Matteo Renzi? Paolo Ruggirello lo avrebbe fatto. A finire nelle mani del nucleo informativo dei carabinieri, che hanno condotto le indagini che hanno portato all’arresto di 25 persone tra le quali l’ex deputato regionale, non sono solo i contatti con esponenti di Cosa nostra che hanno portato la Dda di Palermo a ipotizzare per il politico trapanese l’accusa di associazione mafiosa. A trovare posto nelle ottocento pagine dell’inchiesta sono anche fatti da cui per gli inquirenti emergerebbe l’«assoluta spregiudicatezza di Ruggirello».
Su tutti viene segnalato ciò che sarebbe accaduto a inizio novembre 2016. In quei giorni Ruggirello decide di partire per la Toscana. La scelta, per gli inquirenti, avrebbe una motivazione specifica: dal 4 al 6, infatti, a Firenze è prevista la Leopolda, la convention del Partito democratico giunta quell’anno alla settima edizione. L’appuntamento è importante: Ruggirello, infatti, da poco più di venti mesi ha fatto ingresso nella grande famiglia dem, in Sicilia ulteriormente allargata dopo che Articolo 4 – il partito creato da Lino Leanza e di cui facevano parte anche i deputati di Pippo Nicotra, Luca Sammartino e Valeria Sudano – aveva detto sì al matrimonio con il partito di Renzi.
Fin qui, nulla di strano. Sta nelle possibilità di un politico partecipare ai convegni nazionali del proprio partito. Il problema si pone quando tutto ciò non avviene a titolo personale, ma usufrendo delle risorse finanziarie pubbliche e nella fattispecie quelle a disposizione dell’Ars. Di ciò sono convinti i magistrati palermitani: «Presentagli anche l’istanza al presidente Ardizzone della mia missione su Pisa. Ci mettii… ci metti Pisa e zone terremotate», dice Ruggirello intercettato al telefono, parlando con la propria segretaria. È la vigilia della partenza, c’è necessità di avere il via libera dall’Ars per giustificare la trasferta e ottenere così la copertura dei costi, compresa l’indennità che spetta a chi parte in missione istituzionale. Per farlo però bisogna motivare con precisione gli obiettivi. A farlo presente a Ruggirello è la collaboratrice. Alla quale l’allora deputato risponde: «A Pisa incontro con… come si chiama… con l’amministrazione comunale e poi ci metti ad Assisi per incontro con i familiari delle zone terremotate».
Ma stando ai riscontri degli investigatori, che hanno monitorato gli spostamenti di Ruggirello, il politico trapanese in Umbria non ci avrebbe mai messo piede. Dopo essere atterrato a Pisa, trascorre tre giorni a Firenze. Dove, oltre per la Leopolda, avrebbe trovato tempo anche per fare giri turistici e incontrare un’amica.