Ars, fumata nera alla Finanziaria-bis del governo Le opposizioni bocciano la legge in commissione

Piove sul bagnato. Il governo torna ad andare sotto in Assemblea, questa volta in Commissione Affari Istituzionali, dove è stato bocciato il disegno di legge di riscrittura della Finanziaria regionale, alla luce della pronuncia della Corte dei Conti sul disavanzo da due miliardi di euro. Tre soltanto, i voti favorevoli, contro i quattro contrari espressi dai deputati di opposizione presenti (Movimento 5 Stelle, Pd e Claudio Fava). Tra le critiche mosse al disegno di legge, le norme in materia di Tfr e pensioni dei dipendenti.

Un tema particolarmente sensibile, soprattutto nel giorno in cui si è conclusa la contrattazione sindacale che ha portato, dopo 12 anni di attesa, al rinnovo del contratto dei regionali che potranno godere di un aumento medio di 80 euro in busta paga. Così, mentre la coalizione di governo appare sempre più in subbuglio, ecco che a intervenire è proprio un deputato della maggioranza e componente della commissione Affari Istituzionali, Vincenzo Figuccia, secondo cui bisognerà «rimediare in Assemblea regionale siciliana ai tagli decisi sul pagamento del trattamento di fine rapporto (Tfr) e sull’anticipo della buonuscita dei dipendenti regionali». 

«La correzione alla manovra finanziaria, varata dal governo Musumeci – sottolinea ancora Figuccia – toglie 9,6 milioni. Mentre nel 2020 i tagli sono di 27 milioni di euro tra liquidazione Tfr e anticipo del trattamento di fine rapporto». Sostanzialmente, secondo il deputato, a pagare «errori e i buchi finanziari della Regione non possono essere indipendenti sulla soglia della pensione. Occorre subito un confronto in Commissione Bilancio per studiare come evitare questa amara sorpresa a chi a breve conquisterà l’agognata pensione».

Perplessità anche da Claudio Fava (Centopassi), secondo cui il disegno di legge proposto dal governo sarebbe «una pezza cucita male», ragione per cui la bocciatura in prima Commissione altro non sarebbe se non la «conseguenza di questa approssimazione».

«L’idea di colmare il buco di bilancio con i soldi dei lavoratori regionali – conclude Fava – non ci convince nel metodo e nel merito e definirlo, come fa il governo, un prelievo tecnico ci sembra solo una pietosa bugia».


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