Impegnata nella lotta per gli allevamenti in etica è anche fondatrice, insieme ad altre dodici donne, di Donne di mare: un'unione creata per la difesa di tutto il sistema marino. Prende parte da diverso tempo alla Prova del cuoco, il programma di cucina trasmesso su Rai Uno
Palermo, ai Cantieri culturali la chef dell’Oglio Parlerà dei sapori della biodiversità alimentare
Ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo si parlerà di cibo e non solo, nell’ambito della rassegna dei vini franchi Not. Due appuntamenti, l’11 e il 13 gennaio che, invece, vedranno protagonista la chef Bonetta dell’Oglio. I temi saranno quelli legati alla biodiversità siciliana e all’agricoltura naturale, in cui food e vino si sposano nel nome della qualità e della nostra Terra.
Il primo dei due appuntamenti si terrà domani venerdì 11 gennaio, a partire dalle 20.30 nel ristorante di Palazzo Branciforte. Si tratta di una cena a quattro mani preparata da Bonetta dell’Oglio insieme al Patron chef del ristorante Branciforte, Gaetano Billeci, nella bellissima cornice del Palazzo di via Bara all’Olivella 2. Saranno preparati piatti ispirati alla biodiversità e vini naturali di Francesco Guccione e Marco Sferlazzo.
La due-giorni con Bonetta dell’Oglio proseguirà domenica 13 gennaio alle 17, ai Cantieri Culturali alla Zisa (Spazio Cre.zi. Plus), in via Paolo Gili 8, con «Pane e vino», 5 grani per 5 uve in comunione, masterclass con Davide Longoni, panificatore considerato uno dei principali maestri del pane autentico in Italia, il quale conosce, apprezza e utilizza i grani antichi siciliani.
La masterclass sarà introdotta da Arturo Genduso e Dedella Samonà, entrambi mentori di Bonetta dell’Oglio, mentre il giornalista sommelier, Francesco Pensovecchio, condurrà i partecipanti in un viaggio con dolcezza attraverso i vini naturali. Il significato di questo appuntamento è nel cuore del pane e dell’uva, che sono il «sangue e il corpo della terra». La master class ha il costo di 20 euro: per info e prenotazioni è possibile visitare il sito evenbrite.
«Era gennaio 2005 – sottolinea Bonetta dell’Oglio – quando invitammo Nicolas Joly alla Dispensa dei Monsù, furono tre giorni magici. Era l’alba di un grande definitivo cambiamento. Oggi dopo molti anni, il maestro torna in città con NOT per queste giornate dense di cultura, vino, eventi, cucina, benessere, salute, economia gioia ed entusiasmo». L’incontro con Joly è raccontato nelle pagine del suo libro «Romanzo culinario».
«Sono felice – aggiunge dell’Oglio – di sperimentarmi in cucina con Gaetano Billeci nella bellissima cornice di Palazzo Branciforte per la cena a 4 mani e poi ancora, domenica 13 con Davide Longoni, in una master class che ci richiama alla terra. La master Class aprirà con il video girato con Davide Longoni in occasione del “patto di filiera”, evento che ho promosso per unire sempre più i cerealicoltori ai panificatori in un sistema orizzontale dove ognuno ha lo stesso valore».
La chef ormai da anni impegnata nel recupero della biodiversità autoctona, nella lotta per gli allevamenti in etica, da poco è fondatrice insieme ad altre dodici donne di Donne di mare, un’unione creata per la difesa di tutto il sistema mare, anch’esso profondamente compromesso nel suo stato generale. Impegnata per tutto l’anno nella Prova del cuoco, su Rai Uno, Bonetta dell’Oglio sostiene di accettare questi incarichi per la necessità di essere sempre più riconosciuta per istaurare un rapporto di fiducia con i consumatori, sottolineando che per un reale cambiamento occorra partire dal basso. Ex Patron Chef della Dispensa dei Monsù, attuale Chef dell’Alleanza Slow Food, riserva tante sorprese e tanti nuovi progetti per l’anno appena iniziato.
«È vero, comunque, – conclude Bonetta dell’Oglio – che questo impegno mi fa essere un po’ un’isolata nell’Isola, perché da almeno una dozzina d’anni lotto per la biodiversità siciliana e italiana e per l’agricoltura naturale, perché capisco che è una delle poche possibilità che oggi abbiamo per tornare a cibi più salutari e per ritrovare un rapporto di scambio con la Terra, riscontrando spesso una mancanza di apertura da chi sceglie vie più brevi e più semplici».