Monta la protesta tra i lavoratori, dopo l'ok in Commissione Bilancio a una proroga di sei mesi per la stipula del contratto in Resais. Caronia: «Norma è a tutela dei lavoratori». Figuccia: «Sono padri di famiglia che da 18 anni lavorano in nero, meritano un contratto»
Ex Pip, proroga di sei mesi ai contratti in Resais «Condannano lavoratori a reddito di cittadinanza»
Un ultimatum di 48 ore per modificare il ddl delle variazioni di bilancio,«poi scatteranno le denunce». Intanto sono già pronti a paralizzare il traffico nel capoluogo e incrociare le braccia per tutta la prossima settimana. Gli ex Pip tornano a protestare, chiedendo ancora una volta la stabilizzazione immediata in Resais. Un progetto di stabilità lavorativa che era già stato approvato nella scorsa Finanziaria, salvo poi ricevere l’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri. Contro la scure di Roma il governo regionale si è opposto in Corte Costituzionale, ma in attesa di una pronuncia, tutto è rimasto fermo. Così ecco che la fine dell’anno si avvicina e dalle parti della coalizione si è immaginata una exit strategy che prevede una proroga di sei mesi all’assunzione in Resais.
La proposta, giunta sotto forma di emendamento al ddl, è stata avanzata in nottata da Giuseppe Milazzo (Forza Italia) e Marianna Caronia (Gruppo Misto). «Si tratta – precisa Caronia – di una norma pensata a tutela dei lavoratori, che per essere stabilizzati in Resais dovranno fuoriuscire dal bacino ex Pip. Se la stabilizzazione arrivasse adesso e poi la Corte confermasse i profili di incostituzionalità sollevati dal Consiglio dei Ministri, non ci sarebbe modo di rientrare all’interno del bacino. In questo modo, invece, si può attendere con serenità il pronunciamento della Corte, mantenendo i livelli occupazionali».
Ma i lavoratori non si fidano e tornano in piazza a protestare, chiedendo il contratto. Al loro fianco, il consigliere comunale del gruppo Misto, Mimmo Russo, secondo cui «è scandaloso che con una norma si voglia prorogare quello che dice una legge. Con questa manovra terranno tremila lavoratori in catene per sfruttarli per le Europee, per sfruttarli per le elezioni».
Secondo Russo, tra l’altro, «per pagare gli stipendi di novembre e dicembre degli ex Pip, sarebbero bastati cinque milioni e 136mila euro (ne sono stati stanziati 5,5 milioni, ndr). Con quelle somme si sarebbero coperti gli ultimi due mesi dell’anno, più quello che è mancato nel mese di ottobre, quando non sono stati versati gli assegni familiari. Ho fatto i conti, il resto è stato messo per sostenere una piattaforma per versare i pagamenti ai Pip». Ma su questo Caronia è netta: «non mi risulta – dice – che siano stati investiti fondi per la piattaforma, che altro non è che un database in cui inserire i dati dei lavoratori, che da ottobre non sono più pagati attraverso l’Inps, ma dal dipartimento».
«Adesso diranno – attacca ancora Russo – che grazie a questa manovra i Pip avranno gli stipendi a Natale, gli manderanno anche l’sms per invitarli a scambiarsi gli auguri di Natale. Ma con questa norma, che loro definiscono di salvaguardia, stanno condannando al reddito di cittadinanza tremila lavoratori».
Contrario alla proroga anche il deputato Udc Vincenzo Figuccia, che si dice «soddisfatto per il risultato ottenuto relativo alle somme stanziate, che consentono la copertura finanziaria per gli ex Pip fino alla fine dell’anno. Non cambia tuttavia la mia posizione relativamente al passaggio immediato in Resais, così come previsto dalla legge regionale. Voglio continuare a dirlo con chiarezza. La legge c’è e va applicata, garantendo da subito il passaggio in Resais di questi padri di famiglia che da 18 anni vivono una condizione di lavoro nero».