Il 26enne rumeno è stato trovato il 17 settembre in una vasca di irrigazione dell'azienda agricola di Antonio Rizzo, che adesso è indagato per omicidio colposo. L'autopsia ha chiarito che non è morto annegato. E adesso le indagini vanno avanti
Acate, svolta nelle indagini sulla morte del bracciante Rimasto folgorato mentre lavorava in nero, un indagato
Non è morto per annegamento, ma folgorato. Si riapre il caso del ritrovamento del cadavere di Marian Cosmin Baer, bracciante rumeno di 26 anni, il 17 settembre scorso in una vasca di irrigazione di una azienda agricola di contrada Mogli ad Acate, nel Ragusano, dove il giovane lavorava in nero. Quella che ad un primo esame sembrava una morte per annegamento potrebbe portare invece a sviluppi diversi di indagine.
Sul corpo del giovane a seguito dell’esame autoptico disposto dal sostituto procuratore Gaetano Scollo ed effettuato dal medico legale Giuseppe Algieri, sarebbero stati trovati segni di folgorazione. Per questa ragione ieri è stato effettuato un accertamento tecnico irripetibile nel luogo dove è stato trovato: l’azienda agricola di Antonio Rizzo, proprietario di alcune serre nelle campagne di Acate, adesso indagato per omicidio colposo. Non sono stati invece iscritti nel registro degli indagati i quattro lavoratori che quel giorno erano con la vittima. L’accertamento irripetibile si è svolto alla presenza del legale Francesco Rizzo in rappresentanza del titolare dell’azienda, e dell’avvocato Daniele Scrofani per la famiglia della vittima, assieme ai tecnici dello Spresal – il Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asp di Ragusa – e ai carabinieri della compagnia di Vittoria.
E proprio l’avvocato Scrofani – sentito da MeridioNews –conferma la nuova ipotesi investigativa. «In un primo momento si è pensato che l’uomo fosse caduto in maniera accidentale nella vasca e che sia morto annegato perché non era riuscito ad uscire. Ma questa versione non ha mai convinto del tutto né gli investigatori, né i familiari. E così, assistiti da personale specializzato, ieri si è tenuto un sopralluogo irripetibile per comprendere meglio le dinamiche della morte. Si parte da un punto certo: Marian non è morto annegato proprio perché dopo l’autopsia è emerso che l’uomo non avesse acqua nei polmoni. In più sono stati prelevati alcuni tessuti dal corpo del giovane per determinare con certezza se la causa della morte sia stata proprio per folgorazione. Da una prima analisi sembra proprio di sì».
Di conseguenza l’ipotesi al momento più accreditata è quella che l’uomo sia morto fuori da quella vasca e poi ci sia caduto o qualcuno l’abbia buttato dentro, forse per depistare le indagini sulle cause della morte. I carabinieri della compagnia di Vittoria, guidati dal capitano Giancarlo Pallotta, vogliono capire se mancavano le misure di sicurezza e se, ad esempio, la causa del decesso sia un cavo elettrico scoperto.